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Condizioni per il riconoscimento della cittadinanza polacca dopo una condanna penale

In pratica, essere una persona condannata può significare che al richiedente la cittadinanza polacca non verrà riconosciuto come cittadino polacco. Ciò vale anche se la condanna è già stata cancellata e la persona è elencata nel codice penale nazionale come senza precedenti penali. Una certa violazione di questa prassi degli organi amministrativi e della giurisprudenza è stata causata dalla sentenza della Corte amministrativa suprema del 9 aprile 2024, II OSK 1129/22.

Secondo la Corte, il fatto che una persona che richiede la cittadinanza polacca sia stata condannata per aver commesso un reato non può essere automaticamente identificata con l'esistenza di una minaccia alla difesa o alla sicurezza dello Stato o alla protezione della sicurezza e dell'ordine pubblico. In tal caso, le autorità amministrative dovrebbero tenere conto del tipo di reato commesso, della sanzione inflitta dal tribunale penale a tale persona, nonché del comportamento della persona dopo aver commesso il reato.

Nel caso in questione, il richiedente che cercava di ottenere la cittadinanza polacca è stato condannato dal tribunale distrettuale di Piaseczno, 2° dipartimento penale, con sentenza del 18 aprile 2017, n. atto II K 1373/16. Il tribunale ha ritenuto il ricorrente colpevole di aver commesso un atto ai sensi dell'art. sezione 305 1 e 3 della legge sulla proprietà industriale e gli ha comminato una multa di cento tariffe giornaliere, fissando la tariffa giornaliera a trenta zloty, e gli ha inoltre ordinato di depositare le prove materiali presso l'Erario dello Stato. Quindi, il tribunale distrettuale di Piaseczno, 2° dipartimento penale, nella sentenza del 5 dicembre 2018, n. N. II K 988/18, ha dichiarato il ricorrente colpevole di aver commesso un atto ai sensi dell'art. sezione 305 1 e 3 della legge sulla proprietà industriale e gli ha inflitto una multa di duecento tariffe giornaliere, fissando la tariffa giornaliera a venti zloty, e gli ha inoltre ordinato di depositare le prove materiali presso l'Erario dello Stato. Entrambe le sentenze hanno dimostrato che l'imputato ha trasformato il reato commesso in una fonte permanente di reddito.

Nonostante ciò, secondo il Tribunale amministrativo supremo, le prove raccolte nel caso e i fatti accertati sulla base di esso non fornivano motivi per ritenere che l’acquisizione della cittadinanza polacca da parte del ricorrente in cassazione costituirebbe una minaccia per la difesa o sicurezza dello Stato o la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblici.

È interessante notare che la Corte ha ritenuto che il ricorrente era stato condannato due volte per aver commesso un reato ai sensi dell'articolo 305 § 3 della legge del 30 giugno 2000, legge sulla proprietà industriale (Gazzetta ufficiale del 2023, punto 1170, testo consolidato). Tale reato è punito con la reclusione da 6 mesi a 5 anni, tuttavia in entrambi i casi il giudice penale ha applicato al ricorrente in cassazione l'art. 37a del codice penale e lo ha condannato solo a una multa. La seconda sentenza è stata emessa il 5 dicembre 2018. Dopo questa sentenza, il ricorrente non ha commesso alcun reato fino al 10 marzo 2021. Dal casellario giudiziario redatto il 10 marzo 2021 emerge che il ricorrente non è iscritto nel casellario giudiziale nazionale come persona con precedenti penali. Dagli atti non risulta inoltre che egli sia stato punito dopo la data indicata fino all'emissione della decisione impugnata, ossia fino al 14 giugno 2021. Ciò dimostra, secondo la Suprema Corte amministrativa, che i reati commessi erano accessori e non costituiscono di per sé motivi per accettare che sussista una condizione negativa che impedisce al denunciante di acquisire la cittadinanza polacca, di cui all'art. 31 punto 2 della legge del 2 aprile 2009 sulla cittadinanza polacca.

In sintesi, i condannati hanno una certa possibilità di ottenere la cittadinanza polacca se:

  1. La condanna è già stata cancellata
  2. Sono trascorsi tre anni o più dalla condanna e durante questo periodo non si sono verificati conflitti con la legge
  3. sono stati condannati solo a una multa