Cittadinanza polacca delle persone che vivono nell'ex partizione prussiana.
La Repubblica di Polonia dopo la prima guerra mondiale ha introdotto la struttura del riconoscimento generale della cittadinanza polacca in relazione alla popolazione dell'ex partizione prussiana per la residenza permanente nel territorio della Repubblica di Polonia, che è regolata sia nel Trattato di Versailles con la Polonia , nella legge del 1920 sulla cittadinanza dello Stato polacco, e nell'art. 91 del Trattato di Versailles con la Germania e le convenzioni dell'Alta Slesia e di Vienna concluse dalla Polonia come Stato sovrano con la Germania nel 1922 e nel 1924.
Sebbene i suddetti accordi dovessero tenere conto delle disposizioni fondamentali di entrambi i trattati di Versailles, la Polonia avrebbe già potuto stabilire e definire con maggiore precisione alcune condizioni, importanti dal punto di vista polacco, per la concessione della cittadinanza a gruppi di cittadini tedeschi, come definito nel i trattati di Versailles.
Ai sensi dell'art. 91 del Trattato di Versailles con la Germania, i cittadini tedeschi, residenti stabilmente in territori in ultima analisi riconosciuti come parte della Polonia, hanno acquisito la cittadinanza polacca in virtù della legge stessa, con esclusione della cittadinanza tedesca. Tuttavia, i cittadini tedeschi oi loro discendenti che hanno scelto il loro luogo di residenza permanente in questi territori dopo il 1 gennaio 1908, potevano acquisire la cittadinanza polacca solo con un permesso speciale dello stato polacco. Dietro l'adozione di questa data c'era l'interesse della Polonia, che cercava di limitare la concessione della cittadinanza polacca a persone di etnia tedesca che si stabilirono in Polonia a seguito delle intensificate azioni di colonizzazione portate avanti dalla Germania.
Si segnala che le disposizioni dell'art. 91 del Trattato di Versailles con la Germania aveva un carattere quadro, e per tale motivo c'era la necessità di renderli più precisi. La Polonia ha realizzato quanto sopra nel regolamento esecutivo del 13 luglio 1920, che ha stabilito il periodo di residenza permanente in Polonia come base per acquisire la cittadinanza polacca ai sensi dell'art. 91 del Trattato di Versailles con la Germania.
Ai sensi dell'art. 1 del Regolamento, la base per acquisire la cittadinanza polacca ai sensi dell'art. 91 del trattato, i cittadini tedeschi costituivano la residenza permanente nel territorio della Polonia solo se durava ininterrottamente da prima del 2 gennaio 1908 al 10 gennaio 1920. La partenza temporanea non costituiva interruzione se le circostanze di accompagnamento indicavano inequivocabilmente l'intenzione di mantenere l'attuale luogo di residenza.
Alla pari delle persone che risiedevano stabilmente da prima del 2 gennaio 1908, erano considerati - a determinate condizioni - i figli di genitori deceduti nati dopo tale data e le donne che ottenevano la residenza permanente solo per matrimonio.
Va notato che la convenzione polacco-tedesca sulla cittadinanza e le opzioni, firmata il 30 agosto 1924 a Vienna, ha probabilmente introdotto modifiche al riconoscimento come cittadini polacchi della popolazione dell'ex partizione prussiana. Le disposizioni della convenzione si applicavano ai cittadini tedeschi cresciuti o nati in tutta la Polonia, ad eccezione delle aree plebiscitarie dell'Alta Slesia. La convenzione prevedeva che i diritti per acquisire la cittadinanza polacca fossero: residenza permanente in un determinato territorio e ad una determinata data, nascita e opzione, ovvero gli stessi criteri dei trattati di Versailles, ma già elaborati e specificati in dettaglio da entrambe le parti.
Quanto alla nozione di “residenza permanente”, la previsione dell'art. 4 della Convenzione prevedeva che i cittadini tedeschi risiedono - ai sensi delle pertinenti disposizioni del Trattato di Versailles - sul territorio dell'intero territorio della Polonia, purché vi abbiano stabilito la propria residenza e non abbiano abbandonato tale residenza. A sua volta, la residenza, ai sensi del comma 1 dell'art. 4, nasce quando un cittadino tedesco si stabilì nel territorio della Polonia in modo tale da perseguirvi i propri scopi di vita e da soggiornarvi abitualmente e regolarmente senza intenzione di lasciare la sede prescelta, mentre soggiornarvi abitualmente e regolarmente significò soggiornare durante un sostanzioso parte di un dato periodo. Essere temporaneamente o per scopi di intrattenimento, come vacanze estive, supervisione aziendale, caccia, non costituiva una residenza ai sensi della Convenzione.
Pertanto, i cittadini tedeschi che non avevano la residenza permanente nel territorio della Polonia ai sensi della Convenzione nel periodo dal 1 gennaio 1908 al 10 gennaio 1920 non hanno acquisito la cittadinanza polacca in virtù della legge. Potevano acquisire questa cittadinanza solo con un permesso speciale delle autorità polacche - tramite una decisione sulla concessione della cittadinanza polacca ai sensi dell'art. 8 della legge del 1920 sulla cittadinanza dello Stato polacco.
Si dovrebbe anche prestare attenzione allo status speciale dei funzionari tedeschi in termini di concessione della cittadinanza polacca. Secondo quanto previsto dal Protocollo Finale all'art. 4 della Convenzione di Vienna, gli ex funzionari diretti tedeschi - cioè coloro che erano direttamente nel servizio statale, compresi gli ufficiali in servizio attivo, stabiliti il 10 gennaio 1920 all'interno del territorio ceduto dalla Germania alla Polonia, non potrebbero essere considerati cittadini polacchi, se prima Il 1 aprile 1920 non ricevettero né chiesero il rilascio da questo servizio. Tuttavia, in relazione ai cittadini tedeschi che erano al loro tempo prima del 10 gennaio 1920, funzionari diretti o ufficiali tedeschi in servizio attivo, nonché funzionari indiretti e indiretti, cioè dipendenti di comuni rurali e urbani, varie società, istituzioni e stabilimenti sotto si applicava la vigilanza e il controllo dello Stato, degli insegnanti, del clero, delle disposizioni generali della convenzione concernenti il luogo di residenza.