Delibera n. 5/58 del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958
Decisioni della Corte:
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 26 marzo 2018, II OSK 2425/17
Il fatto di rilasciare documenti di viaggio non può essere considerato identico ad autorizzare un cambiamento di cittadinanza, non solo perché è il Consiglio di Stato che dovrebbe autorizzare il cambiamento di cittadinanza, e non l'autorità che ha rilasciato tali documenti, ma soprattutto perché un permesso di cambio di cittadinanza non può essere presunto per facta concludentia.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 19 marzo 2019, IV SA/Wa 3421/18
Il permesso di cambiare la cittadinanza polacca potrebbe applicarsi a un numero maggiore di persone, cioè tale permesso potrebbe essere una risoluzione del Consiglio di Stato n. (...), a condizione che le domande di queste persone siano state presentate al Consiglio di Stato prima della sua adozione. Esso non poteva riguardare le persone che, fino alla data della sua adozione, non avevano chiesto l'autorizzazione a cambiare la loro cittadinanza, in quanto non vi era motivo di presumere che un tale atto avesse la natura di un consenso generale concesso per il futuro.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 14 marzo 2018, IV SA/Wa 130/18
Il permesso di cambiare la cittadinanza polacca potrebbe applicarsi a un numero maggiore di persone, cioè tale permesso potrebbe essere una risoluzione del Consiglio di Stato n. (...). Tuttavia, esso non poteva estendere il suo ambito di applicazione alle persone che, fino alla data della sua adozione, non avevano chiesto l'autorizzazione a cambiare la loro cittadinanza, in quanto non vi è motivo di presumere che un tale atto avesse carattere di un consenso generale concesso per il futuro.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia dell'8 settembre 2015, IV SA/Wa 1255/15
In primo luogo, l'interessato deve presentare una domanda per il permesso di cambiare la cittadinanza polacca, quindi la domanda deve essere presentata dal Primo Ministro al Consiglio di Stato, che poi decide sul permesso. Questa ordinanza non può essere annullata, in quanto ciò violerebbe i requisiti di legge da cui dipende la perdita della cittadinanza polacca.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 17 gennaio 2012, IV SA/Wa 1923/11
La risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 potrebbe essere valutata se si tratta di una decisione sul permesso di cambiare la cittadinanza polacca di una determinata persona solo se fosse accertato che la domanda di permesso di cambiare la cittadinanza di quella persona era stata trasmessa con un'apposita domanda al Consiglio di Stato ed era stata esaminata dal Consiglio di Stato prima dell'adozione della risoluzione.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 20 luglio 2010, II OSK 1061/09
Sulla base della giurisprudenza dei tribunali sulla questione dell'autorizzazione al cambiamento di cittadinanza mediante una risoluzione del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 che consentiva alle persone che partivano per la residenza permanente nello Stato di Israele di cambiare la loro cittadinanza polacca, vi erano discrepanze.
Per questi motivi, la decisione del Voivoda che afferma che il richiedente ha perso la cittadinanza polacca perché ha ottenuto il permesso di cambiare la sua cittadinanza polacca e ha acquisito la cittadinanza straniera, sebbene possa essere valutata come emessa in violazione della legge per quanto riguarda la natura giuridica della risoluzione del Consiglio di Stato che autorizza il cambiamento di cittadinanza, non costituisce una flagrante violazione dell'articolo 11, paragrafo 1, della legge sulla cittadinanza polacca del 1951.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 21 maggio 2010 II OSK 604/09
Una questione così importante come la perdita della cittadinanza polacca non può essere risolta esclusivamente sulla base di una presunzione di fatto, vale a dire sul fatto che la domanda di autorizzazione a cambiare cittadinanza è stata presentata prima dell'adozione della risoluzione. Un permesso effettivo per il cambiamento di cittadinanza poteva essere ottenuto solo dalle persone nei confronti delle quali era stata osservata l'apposita procedura prevista dalla disposizione in questione, vale a dire che erano interessate dalla domanda o dalle mozioni del Primo Ministro presentate al Consiglio di Stato.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 19 maggio 2010 II OSK 690/09
Poiché, ai sensi dell'articolo 13, paragrafo 2, della legge, la decisione del Consiglio di Stato sulla perdita della cittadinanza polacca è stata adottata su richiesta del Primo Ministro, il Tribunale di primo grado ha correttamente ritenuto che il mero avvio da parte dei genitori del richiedente del procedimento per il rilascio di un permesso di cambiamento di cittadinanza, mediante la presentazione di un'apposita domanda al riguardo, non è sufficiente per affermare categoricamente che gli effetti della risoluzione n. 5/58 debbano essere applicati anche al richiedente. Tale tesi deve essere accolta, in quanto una questione così importante come la perdita della cittadinanza polacca non può essere risolta sulla sola base della presunzione di fatto che la delibera n. 5/58 del Consiglio di Stato abbia prodotto effetti giuridici nei confronti della ricorrente e dei suoi genitori, in quanto le loro domande di autorizzazione al cambiamento della loro cittadinanza sono state presentate prima dell'adozione di tale delibera.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 19 maggio 2010 II OSK 487/09
Un permesso effettivo per il cambio di cittadinanza poteva essere ottenuto solo dalle persone nei confronti delle quali fosse stata seguita l'apposita procedura prevista dalla disposizione in questione, ossia che fossero oggetto della domanda o delle domande del Presidente del Consiglio dei Ministri presentate al Consiglio di Stato.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 19 maggio 2010 II OSK 486/09
Il fatto che il testo della risoluzione stessa non menzioni i nomi di tali persone non significa che la risoluzione al riguardo non sia di natura individuale e specifica, se risulta che il gruppo di tali persone è stato definito in modo inequivocabile dalla mozione o dalle mozioni del Primo Ministro in questione, nell'articolo 13, paragrafo 2, della legge sulla cittadinanza polacca del 1951. Tuttavia, non si può presumere a priori che la risoluzione (...) costituisse una decisione del Consiglio di Stato sul permesso di cambiare la cittadinanza polacca per qualsiasi persona che, prima dell'adozione della risoluzione, avesse chiesto il permesso di cambiare la cittadinanza polacca, a causa del fatto che dopo 50 anni si sono conservati solo materiali d'archivio frammentari. Non può neppure essere condivisa l'opinione espressa nel ricorso per cassazione e nella sentenza del 27 giugno 2008 ivi citata, secondo cui l'autorizzazione a cambiare cittadinanza dovrebbe essere concessa sotto forma di atto generale.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 7 maggio 2010 II OSK 444/09
L'atto di rilascio di un documento di viaggio non può essere equiparato a un permesso per cambiare cittadinanza, perché è il Consiglio di Stato che dovrebbe autorizzare il cambio di cittadinanza, non l'autorità che ha rilasciato tali documenti. Soprattutto, il permesso di cambiare cittadinanza non può essere presunto per facta concludentia. L'obbligo di soddisfare le norme formali previste dalla legge non può derivare dalla consapevolezza delle conseguenze giuridiche derivanti dal ricevimento di un documento di viaggio e dalla partenza dalla Repubblica polacca.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 6 maggio 2010 II OSK 395/09
La scelta da parte delle autorità di una delle diverse interpretazioni dell'articolo 13, paragrafo 1, della legge sulla cittadinanza polacca non può essere considerata una grave violazione della legge ai sensi dell'articolo 156, paragrafo 1, punto 2, dell'APC.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 1° aprile 2010, II OSK 334/09
Un permesso effettivo per il cambiamento di cittadinanza poteva essere ottenuto solo dalle persone nei confronti delle quali era stata osservata l'appropriata procedura prevista dall'articolo 13, paragrafo 2, della legge polacca sulla cittadinanza, vale a dire che erano interessate dalla domanda o dalle domande del Primo Ministro presentate al Consiglio di Stato.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 1° aprile 2010 II OSK 336/09
Un permesso effettivo per il cambiamento di cittadinanza poteva essere ottenuto solo dalle persone nei confronti delle quali era stata osservata l'appropriata procedura prevista dall'articolo 13, paragrafo 2, della legge polacca sulla cittadinanza, vale a dire che erano interessate dalla domanda o dalle domande del Primo Ministro presentate al Consiglio di Stato.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 1° aprile 2010 II OSK 380/09
Il permesso di cambiare la cittadinanza polacca come prerequisito per la perdita della cittadinanza polacca era un atto individuale del Consiglio di Stato indirizzato a un destinatario specifico.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa 30 marzo 2010 II OSK 333/09
Un permesso effettivo per il cambio di cittadinanza poteva essere ottenuto solo dalle persone nei confronti delle quali era stata osservata l'appropriata procedura prevista dall'articolo 13, paragrafo 2, della legge polacca sulla cittadinanza, ossia che erano state oggetto della domanda o delle richieste del Primo Ministro. Il solo fatto che una persona abbia presentato una domanda di autorizzazione a cambiare cittadinanza non può essere presunto che la domanda sia stata effettivamente coperta dalla richiesta del Presidente del Consiglio dei Ministri e presentata al Consiglio di Stato.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 30 marzo 2010, II OSK 332/09
Un permesso effettivo per il cambio di cittadinanza poteva essere ottenuto solo dalle persone nei confronti delle quali era stata osservata l'appropriata procedura prevista dall'articolo 13, paragrafo 2, della legge polacca sulla cittadinanza, ossia che erano state oggetto della domanda o delle richieste del Primo Ministro. Il solo fatto che una persona abbia presentato una domanda di autorizzazione a cambiare cittadinanza non può essere presunto che la domanda sia stata effettivamente coperta dalla richiesta del Presidente del Consiglio dei Ministri e presentata al Consiglio di Stato.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 18 marzo 2010 II OSK 250/09
Un permesso effettivo per il cambiamento di cittadinanza poteva essere ottenuto solo dalle persone nei confronti delle quali era stata osservata l'appropriata procedura prevista dall'articolo 13, paragrafo 2, della legge polacca sulla cittadinanza, vale a dire che erano interessate dalla domanda o dalle domande del Primo Ministro presentate al Consiglio di Stato.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 16 febbraio 2010 II OSK 304/09
Un permesso effettivo per il cambio di cittadinanza poteva essere ottenuto solo dalle persone nei confronti delle quali era stata osservata l'appropriata procedura prevista dall'articolo 13, paragrafo 2, della legge polacca sulla cittadinanza, ossia che erano state oggetto della domanda o delle richieste del Primo Ministro. Il solo fatto che una persona abbia presentato una domanda di autorizzazione a cambiare cittadinanza non può essere presunto che la domanda sia stata effettivamente coperta dalla richiesta del Presidente del Consiglio dei Ministri e presentata al Consiglio di Stato.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa 20 gennaio 2010 II OSK 111/09
L'uso dei termini "giudica", "sentenza" e che la sentenza è stata emessa su richiesta del Primo Ministro, e che l'annuncio della sentenza nel Monitor Polski sostituisce il servizio, indica chiaramente che la legge sulla cittadinanza polacca del 1951 ha trattato il permesso di cambiare cittadinanza come un atto di applicazione della legge, intesa in modo tale che l'organo specificato nello statuto (il Consiglio di Stato), con riferimento alla base giuridica specificata nello statuto, si pronuncia su persone specifiche per consentire a queste persone di cambiare la loro cittadinanza polacca. Tuttavia, la norma statutaria così intesa non indicava in quale forma e in quale modalità di procedura il Consiglio di Stato trattasse un caso di autorizzazione al cambiamento della cittadinanza. Non vi è dubbio che non si tratta di una causa risolta mediante una decisione amministrativa nell'ambito di un procedimento disciplinato dalle disposizioni del regolamento del presidente della Repubblica di Polonia del 22 marzo 1928 relativo ai procedimenti amministrativi (Gazzetta ufficiale del 1928, n. 36, voce 341, come modificata) e, successivamente, dal codice di procedura amministrativa. Ciò significa che la legge sulla cittadinanza polacca del 1951 ha determinato in modo indipendente la procedura per l'emissione di decisioni da parte del Consiglio di Stato sul permesso di cambiare cittadinanza.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa 20 gennaio 2010 II OSK 110/09
L'uso dei termini "giudica", "sentenza" e che la sentenza è stata emessa su richiesta del Primo Ministro, e che l'annuncio della sentenza nel Monitor Polski sostituisce il servizio, indica chiaramente che la legge sulla cittadinanza polacca del 1951 ha trattato il permesso di cambiare cittadinanza come un atto di applicazione della legge, intesa in modo tale che l'organo specificato nello statuto (il Consiglio di Stato), con riferimento alla base giuridica specificata nello statuto, si pronuncia su persone specifiche per consentire a queste persone di cambiare la loro cittadinanza polacca. Tuttavia, la norma statutaria così intesa non indicava in quale forma e in quale modalità di procedura il Consiglio di Stato trattasse un caso di autorizzazione al cambiamento della cittadinanza. Non vi è dubbio che non si tratta di una causa risolta mediante una decisione amministrativa nell'ambito di un procedimento disciplinato dalle disposizioni del regolamento del presidente della Repubblica di Polonia del 22 marzo 1928 relativo ai procedimenti amministrativi (Gazzetta ufficiale del 1928, n. 36, voce 341, come modificata) e, successivamente, dal codice di procedura amministrativa. Ciò significa che la legge sulla cittadinanza polacca del 1951 ha determinato in modo indipendente la procedura per l'emissione di decisioni da parte del Consiglio di Stato sul permesso di cambiare cittadinanza.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 15 gennaio 2010 II OSK 60/09
Il rilascio di un documento di viaggio non può essere considerato identico all'autorizzazione di un cambiamento di cittadinanza, non solo perché è il Consiglio di Stato che dovrebbe autorizzare il cambiamento di cittadinanza, e non l'autorità che ha rilasciato tali documenti, ma, soprattutto, che un permesso di cambio di cittadinanza non può essere presunto per facta concludentia. L'obbligo di soddisfare gli standard formali previsti dalla legge non può essere relativizzato o derivato dalla consapevolezza delle conseguenze giuridiche della ricezione di un documento di viaggio e della partenza dalla Repubblica polacca. La consapevolezza delle conseguenze giuridiche di un'azione di diritto pubblico è irrilevante. È importante solo soddisfare i requisiti di legge previsti dalla legge sulla cittadinanza polacca.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 15 gennaio 2010, II OSK 55/09
Il solo fatto che una persona abbia presentato una domanda di permesso di cambio di cittadinanza non può essere presunto che la domanda sia stata effettivamente coperta dalla richiesta del Presidente del Consiglio dei Ministri e presentata al Consiglio di Stato prima dell'adozione della Delibera n. 5/58.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 22 dicembre 2009 II OSK 1924/08
Il solo fatto che una persona abbia presentato una domanda di permesso di cambio di cittadinanza non può essere presunto che la domanda sia stata effettivamente coperta dalla richiesta del Presidente del Consiglio dei Ministri e presentata al Consiglio di Stato prima dell'adozione della Delibera n. 5/58. Una questione così importante come la perdita della cittadinanza polacca non può essere risolta sulla sola base della presunzione di fatto che la risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato avesse effetti giuridici nei confronti della ricorrente, dal momento che la sua domanda di autorizzazione a cambiare la sua cittadinanza è stata presentata prima dell'adozione di tale risoluzione
- Sentenza della Corte suprema amministrativa 22 dicembre 2009 II OSK 61/09
La controversia giuridica nella presente causa verte sul criterio di determinazione del gruppo di persone individualmente designate alle quali il Consiglio di Stato ha effettivamente concesso l'autorizzazione a cambiare cittadinanza con una risoluzione del 23 gennaio 1958. Non c'è dubbio che non potevano che trattarsi di persone che avessero presentato apposita domanda a tale organo con una richiesta di autorizzazione in questione prima che il Consiglio di Stato adottasse la delibera in questione
- Frase
della Corte suprema amministrativa del 14 dicembre 2009, II OSK 1731/08La procedura di cui all'articolo 11 della legge sulla cittadinanza polacca del 1951 era un procedimento individuale in un caso specifico. L'interpretazione di tale disposizione indica la natura individuale del permesso, riferito al soggetto che lo ha richiesto. La dichiarazione del partito da sola non era un prerequisito sufficiente per la perdita della cittadinanza. Era necessario il consenso (permesso) dell'autorità competente, che in un caso così importante dovrebbe essere individuale e riguardare una persona specifica. Il rilascio di un documento di viaggio non può essere equiparato a un permesso per cambiare cittadinanza, in quanto è il Consiglio di Stato che dovrebbe autorizzare il cambio di cittadinanza, non l'autorità che ha rilasciato tali documenti. Soprattutto, il permesso di cambiare cittadinanza non può essere presunto per facta concludentia. L'obbligo di soddisfare le norme formali previste dalla legge non può derivare dalla consapevolezza delle conseguenze giuridiche derivanti dal ricevimento di un documento di viaggio e dalla partenza dalla Repubblica polacca.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 29 settembre 2009, II OSK 1732/08
E' errato ritenere che il semplice fatto che il richiedente abbia presentato una domanda di autorizzazione a cambiare cittadinanza prima dell'emanazione della Delibera n. 5/58 da parte del Consiglio di Stato debba essere presunto che l'autorizzazione gli sia stata concessa da tale autorità. il rilascio di un documento di viaggio non può essere considerato identico all'autorizzazione di un cambiamento di cittadinanza, non solo perché è il Consiglio di Stato che deve autorizzare il cambiamento di cittadinanza e non l'autorità che ha rilasciato tali documenti, ma, soprattutto, che un permesso di cambiamento di cittadinanza non può essere presunto per facta concludentia.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 19 giugno 2009 II OSK 959/08
In alcune delle sentenze del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia e nella giurisprudenza della Corte suprema e della Corte suprema amministrativa, è stata presentata la tesi opposta secondo cui l'autorizzazione a cambiare la cittadinanza polacca dovrebbe essere rilasciata dal Consiglio di Stato mediante un atto individuale (sentenza della Corte suprema del 17 settembre 2001, III RN 56/01, OSNAPiUS 2002, n. 13, voce 299), che - a determinate condizioni - potrebbe essere la risoluzione del Consiglio di Stato n. 5/58 (v. sentenza della Corte suprema amministrativa del 27 ottobre 2005, II OSK 965/05, ONSAiWSA 2006, n. 2, voce 67). Nel caso di specie, le autorità di entrambi i gradi di giudizio, nell'adottare le decisioni oggetto della domanda di annullamento, hanno condiviso la prima delle posizioni summenzionate e hanno ritenuto che la decisione del Consiglio di Stato relativa all'autorizzazione a cambiare cittadinanza di cui all'articolo 13, paragrafo 1, della legge avrebbe potuto essere un atto di carattere generale, supponendo così che la delibera del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 costituisse un'autorizzazione generale a cambiare cittadinanza concessa a persone che che hanno presentato domande al riguardo prima di adottare la decisione.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 13 febbraio 2009 II OSK 144/08
Le disposizioni della legge sulla cittadinanza polacca del 1951 non prevedono una presunzione legale secondo cui la semplice presentazione di una domanda di cambiamento di cittadinanza da parte di una persona che intendeva trasferirsi permanentemente in Israele significava che la domanda fosse stata presentata al Consiglio di Stato prima dell'adozione della risoluzione n. 5/58. La determinazione di tali circostanze non può neppure fondarsi su una presunzione di fatto. Il solo fatto che la domanda sia stata presentata o che i genitori del richiedente abbiano ricevuto i documenti di viaggio non presuppone che le loro domande siano state effettivamente coperte dalla richiesta del Presidente del Consiglio dei Ministri e presentate al Consiglio di Stato prima dell'adozione della delibera n. 5/58. La Suprema Corte Amministrativa ha più volte affermato che il fatto di rilasciare un documento di viaggio non può essere considerato come un permesso di cambio di cittadinanza, non solo perché è il Consiglio di Stato che dovrebbe autorizzare il cambio di cittadinanza, e non l'autorità che ha rilasciato tali documenti, ma soprattutto che un permesso di cambio di cittadinanza non può essere presunto per facta concludentia
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 22 gennaio 2009, II OSK 56/08
L'ipotesi che la delibera del Consiglio di Stato costituisse un'autorizzazione generale in termini di soggetti a scambiare la cittadinanza polacca con la cittadinanza israeliana in relazione alle persone che hanno presentato domanda di permesso di cambiare la loro cittadinanza nel 1957, e quindi prima dell'adozione della risoluzione n. 5/58 da parte del Consiglio di Stato, non costituisce una flagrante violazione della legge.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa 22 gennaio 2009 II OSK 57/08
L'ipotesi che la delibera del Consiglio di Stato costituisse un'autorizzazione generale in termini di soggetti a scambiare la cittadinanza polacca con la cittadinanza israeliana in relazione alle persone che hanno presentato domanda di permesso di cambiare la loro cittadinanza nel 1957, e quindi prima dell'adozione della risoluzione n. 5/58 da parte del Consiglio di Stato, non costituisce una flagrante violazione della legge.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 24 novembre 2008 II OSK 1440/07
Il permesso di cambiare cittadinanza non poteva essere concesso sotto forma di atto generale.
Sebbene la legge non specifichi requisiti specifici per quanto riguarda la forma delle decisioni del Consiglio di Stato in questi casi, si deve presumere che la decisione del Consiglio di Stato sull'autorizzazione a cambiare la cittadinanza sotto forma di risoluzione potesse applicarsi a un numero maggiore di persone, a condizione che si riferisse a persone designate le cui domande erano in corso di esame da parte del Consiglio di Stato prima dell'adozione della risoluzione del 23 gennaio 1958. Il semplice fatto che la risoluzione non menzioni queste persone non significa che i destinatari della risoluzione in questa parte non fossero persone designate.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 25 settembre 2008 IV SA/Wa 1113/08
La risoluzione n. 5/58 del 23 gennaio 1958 poteva essere applicata solo alle persone che avevano presentato domande di cambiamento della cittadinanza polacca prima della data della sua adozione e le domande erano state presentate dal Primo Ministro al Consiglio di Stato. Tuttavia, non poteva fare riferimento a coloro che non avevano ancora presentato tali domande - alla data di adozione della risoluzione.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 25 settembre 2008 IV SA/Wa 1113/08
La risoluzione n. 5/58 del 23 gennaio 1958 poteva essere applicata solo alle persone che avevano presentato domande di cambiamento della cittadinanza polacca prima della data della sua adozione e le domande erano state presentate dal Primo Ministro al Consiglio di Stato. Tuttavia, non poteva fare riferimento a coloro che non avevano ancora presentato tali domande - alla data di adozione della risoluzione.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 24 settembre 2008, IV SA/Wa 1165/08
Poiché non è stato possibile reperire un documento che confermi che la ricorrente aveva ottenuto l'autorizzazione appropriata dal Consiglio di Stato per cambiare la sua cittadinanza polacca, conformemente al principio generale della presa in considerazione dell'interesse pubblico e dell'interesse legittimo dei cittadini, enunciato all'articolo 7 del codice di procedura amministrativa, l'autorità non ha motivo di rifiutare di confermare la sua cittadinanza polacca.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 18 settembre 2008, IV SA/Wa 1019/08
In un caso giuridicamente rilevante come la perdita della cittadinanza polacca, non è possibile limitarsi alla presunzione che la delibera del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 abbia prodotto effetti giuridici anche nei confronti della ricorrente, dal momento che i suoi genitori hanno presentato una domanda in tal senso. Il solo fatto che i genitori della ricorrente abbiano avviato un procedimento per ottenere l'autorizzazione a cambiare la sua cittadinanza presentando una domanda in tal senso non è sufficiente per concludere categoricamente che gli effetti della delibera del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 debbano essere applicati anche ai genitori della ricorrente e, di conseguenza, alla ricorrente stessa.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 17 settembre 2008, IV SA/Wa 1186/08
Infatti, se non vi sono elementi che confermino il fatto che le domande dei genitori del richiedente dirette ad ottenere l'autorizzazione a cambiare la sua cittadinanza siano state presentate al Consiglio di Stato prima dell'adozione della risoluzione del 23 gennaio 1958, non si può presumere che tale risoluzione costituisse un'autorizzazione per i genitori del richiedente a cambiare la loro cittadinanza polacca, e quindi anche per il richiedente stesso.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia dell'11 settembre 2008, IV SA/Wa 875/08
Nella giurisprudenza della Corte Suprema Amministrativa e della Corte Suprema, così come nella dottrina, vi è una posizione uniforme secondo cui la decisione del Consiglio di Stato (Risoluzione n. 5/58) sulla questione del permesso di cambiare la cittadinanza polacca non è stata presa sotto forma di decisione amministrativa ai sensi delle disposizioni del Regolamento sui procedimenti amministrativi del 22 marzo 1928 (Gazzetta ufficiale del 1928 n. 36, punto 341, come modificato. o le disposizioni della legge del 14 giugno 1960 sul codice di procedura amministrativa (testo consolidato: Gazzetta ufficiale del 2000, n. 98, voce 1071, e successive modifiche), di seguito denominato "codice di procedura amministrativa". La legge dell'8 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca ha determinato in modo indipendente la procedura per l'emissione di decisioni da parte del Consiglio di Stato sul permesso di cambiare cittadinanza. Allo stesso tempo, è consolidata l'opinione che il permesso in questione sia un atto di applicazione della legge. D'altra parte, per quanto riguarda la forma del permesso, vi sono due posizioni contrapposte: una che indica che dovrebbe essere individuale, individuale, riferito a una persona determinata (così la Corte Suprema nella sentenza del 17 settembre 2001, III RN 56/01; la sentenza della Corte Suprema Amministrativa del 14 ottobre 2005, II OSK 267/05; J. Jagielski, "Obywatelstwo polskie" Varsavia 1998, p. 123), mentre il secondo, accogliendo il principio di cui sopra, prevede la possibilità di concedere un'autorizzazione generale al cambiamento di cittadinanza - quando il cambiamento di cittadinanza riguarda un numero maggiore di persone - indicando che in quel momento l'autorizzazione a cambiare cittadinanza aveva un effetto giuridico nei confronti di una persona designata e solo in relazione all'acquisizione della cittadinanza straniera specificata specificamente nella decisione del Consiglio di Stato sul cambiamento di cittadinanza (cfr. W. Ramus, "Istituzioni di diritto sulla cittadinanza polacca", Varsavia 1980, p. 248)
- Frase
del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia
dell' 11 settembre 2008
IV SA/Wa 560/08La decisione dovrebbe essere presa sotto forma di risoluzione, poiché il Consiglio di Stato, in quanto organo collegiale, non poteva emettere altre decisioni, soprattutto perché le disposizioni sulla procedura amministrativa non venivano applicate nelle sue attività, il tribunale giudicante ha ritenuto che il permesso di cambiare la cittadinanza polacca potesse applicarsi a un numero maggiore di persone. Tuttavia, il tribunale è giunto alla conclusione, a seguito delle sentenze della Corte di Cassazione Amministrativa del 27 ottobre 2005, rif. n. II OSK 965/05, del 27 ottobre 2005, fascicolo n. II OSK 983/05 e del 14 ottobre 2005, fascicolo n. II OSK 267/05, che una risoluzione di questo tipo potrebbe costituire un permesso di cambiamento della cittadinanza polacca solo in relazione alle persone che, fino alla data della sua adozione, hanno chiesto il permesso di cambiare la loro cittadinanza, perché non vi sono motivi per presumere che tale atto sia un consenso generale concesso per il futuro.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 5 settembre 2008, IV SA/Wa 1018/08
In primo luogo, la persona interessata deve presentare una domanda per un permesso per cambiare la cittadinanza polacca, quindi la domanda deve essere presentata dal Primo Ministro al Consiglio di Stato, e quindi questa autorità dovrebbe decidere sul permesso. Questa ordinanza non può essere annullata, in quanto ciò violerebbe i requisiti di legge da cui dipende la perdita della cittadinanza polacca. In altre parole, la risoluzione n. 5/58 del 23 gennaio 1958 poteva applicarsi solo alle persone che avevano presentato domande di cambiamento della cittadinanza polacca prima della data della sua adozione e le domande erano state presentate dal Primo Ministro al Consiglio di Stato. Tuttavia, non poteva fare riferimento a coloro che non avevano ancora presentato tali domande - alla data di adozione della risoluzione. Pertanto, la risoluzione del Consiglio di Stato non poteva avere un impatto "sul futuro". La posizione di cui sopra è rappresentata dalla Corte suprema amministrativa nelle sentenze del 27 ottobre 2005, II OSK 983/05, 14 ottobre 2005, II OSK 267/05 e del 21 dicembre 2006, II OSK 1455/05, nonché dal Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia: cfr. sentenze del 12 agosto 2008, IV SA/Wa 815/08, del 25 maggio 2007, IV SA/Wa 589/07.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 4 settembre 2008 II OSK 1004/07
Il permesso di cambiare cittadinanza è un atto di applicazione della legge a un caso che coinvolge una persona specifica.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 27 agosto 2008, IV SA/Wa 998/08
La Corte suprema amministrativa si è pronunciata sull'importanza della risoluzione del Consiglio di Stato n. 5/58 per i procedimenti individuali nella sua sentenza del 27 ottobre 2005 (II OSK 965/05, publ. ONSA e WSA 2006/2/66), adottando l'opinione che "non si può presumere a priori che la Risoluzione del Consiglio di Stato n. 5/58 del 23 gennaio 1958 sul permesso alle persone che partono per la residenza permanente nello Stato di Israele (non pubblicata) non costituisce una decisione del Consiglio di Stato, emessa sulla base dell'articolo 13, paragrafo 1, della legge dell'8 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca (Gazzetta ufficiale n. 4, voce 25), sull'autorizzazione a cambiare la cittadinanza polacca in relazione alle persone che hanno presentato una domanda di autorizzazione a cambiare cittadinanza prima dell'adozione della risoluzione". Nella motivazione di tale sentenza, la Corte suprema amministrativa ha affermato che la risoluzione potrebbe costituire giuridicamente effettivamente un permesso di cambiare la cittadinanza polacca, perché dal suo contenuto risulta che si riferisce direttamente alle persone che hanno chiesto il permesso di cambiare cittadinanza polacca e hanno lasciato la Polonia, recandosi in Israele per la residenza permanente, sebbene non sia di natura individuale e specifica, in quanto non menziona i nomi di queste persone. Il gruppo di tali persone dovrebbe essere determinato su richiesta del Primo Ministro, di cui all'articolo 13, paragrafo 2, della legge sulla cittadinanza polacca del 1951. Al fine di valutare se la delibera costituisse un siffatto permesso, è sufficiente stabilire se la domanda del Primo Ministro menzioni i nomi delle persone che hanno presentato il permesso di cambiare la cittadinanza polacca.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 26 agosto 2008 IV SA/Wa 1017/08
Sia nella giurisprudenza della Corte Suprema Amministrativa che della Corte Suprema, così come nella dottrina, vi è una posizione uniforme secondo cui la decisione del Consiglio di Stato sulla questione del permesso di cambiare la cittadinanza polacca non è stata presa sotto forma di una decisione amministrativa ai sensi delle disposizioni del Regolamento sulla procedura amministrativa del 22 marzo 1928 (Gazzetta Ufficiale del 1928, n. 36, punto 341, come modificato. La legge sulla cittadinanza polacca ha determinato in modo indipendente la procedura per l'emissione di decisioni da parte del Consiglio di Stato sull'autorizzazione a cambiare cittadinanza. Allo stesso tempo, è consolidata l'opinione che il permesso in questione sia un atto di applicazione della legge. D'altra parte, per quanto riguarda la forma del permesso, ci sono due posizioni contrapposte: una che indica che dovrebbe essere individuale, individuale, riferito a una persona specifica (così la Corte Suprema nella sentenza del 17 settembre 2001, III RN 56/01, la sentenza della Corte Suprema Amministrativa del 14 ottobre 2005, II OSK 267/05, J. Jagielski, "Obywatelstwo polskie" Varsavia 1998, p. 123), mentre il secondo, accogliendo il principio di cui sopra, prevede la possibilità di concedere un'autorizzazione generale al cambiamento di cittadinanza - quando il cambiamento di cittadinanza riguarda un numero maggiore di persone - indicando che in quel momento l'autorizzazione a cambiare cittadinanza aveva un effetto giuridico nei confronti di una persona designata e solo in relazione all'acquisizione della cittadinanza straniera specificata specificamente nella decisione del Consiglio di Stato sul cambiamento di cittadinanza (cfr. W. Ramus, "Istituzioni di diritto sulla cittadinanza polacca", Varsavia 1980, p. 248)
- Sentenza della Corte suprema amministrativa 8 agosto 2008 II OSK 925/07
La legge sulla cittadinanza polacca dell'8 gennaio 1951 prevedeva la possibilità di perdere la cittadinanza polacca a seguito dell'acquisizione della cittadinanza straniera solo dopo aver ottenuto il permesso dalle autorità polacche di cambiare cittadinanza (articolo 11). Il Consiglio di Stato era responsabile della decisione sulla perdita della cittadinanza, compreso il permesso di cambiare cittadinanza in relazione all'acquisizione della cittadinanza straniera. Ai sensi dell'articolo 13, paragrafi 1, 2 e 3, della suddetta legge, la perdita della cittadinanza polacca è stata decisa dal Consiglio di Stato, la decisione sulla perdita della cittadinanza polacca è stata presa su richiesta del Primo Ministro e l'annuncio di tale decisione nel Monitor Polski ha sostituito la notifica della sentenza. Da tali disposizioni risulta che la decisione su un permesso di cambio di cittadinanza polacca, con l'effetto di perdere la cittadinanza polacca al momento dell'acquisizione della cittadinanza straniera, si riferiva a una persona specifica: un cittadino polacco che ha richiesto un permesso di cambio di cittadinanza. L'uso dei termini "giudica", "sentenza" e che la sentenza è stata emessa su richiesta del Primo Ministro, e che l'annuncio della sentenza nel Monitor Polski sostituisce il servizio, indica chiaramente che la legge sulla cittadinanza polacca del 1951 ha trattato il permesso di cambiare cittadinanza come un atto di applicazione della legge, intesa in modo tale che l'organo specificato nello statuto (il Consiglio di Stato), con riferimento alla base giuridica specificata nello statuto, si pronuncia su persone specifiche per consentire a queste persone di cambiare la loro cittadinanza polacca.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 19 agosto 2008, IV SA/WA 923/08
La questione dell'importanza della delibera n. 5/58 del Consiglio di Stato per i singoli procedimenti è stata affrontata dalla Corte suprema amministrativa nella sua sentenza del 27 ottobre 2005 (II OSK 965/05, publ. ONSA e WSA 2006/2/66), adottando l'opinione che "non si può presumere a priori che la Risoluzione del Consiglio di Stato n. 5/58 del 23 gennaio 1958 sul permesso alle persone che partono per la residenza permanente nello Stato di Israele (non pubblicata) non costituisce una decisione del Consiglio di Stato, emessa sulla base dell'articolo 13, paragrafo 1, della legge dell'8 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca (Gazzetta ufficiale n. 4, voce 25), sull'autorizzazione a cambiare la cittadinanza polacca in relazione alle persone che hanno presentato una domanda di autorizzazione a cambiare cittadinanza prima dell'adozione della risoluzione". Nella motivazione di tale sentenza, la Corte suprema amministrativa ha affermato che la risoluzione potrebbe costituire giuridicamente effettivamente un permesso di cambiare la cittadinanza polacca, perché dal suo contenuto risulta che si riferisce direttamente alle persone che hanno chiesto il permesso di cambiare cittadinanza polacca e hanno lasciato la Polonia, recandosi in Israele per la residenza permanente, sebbene non sia di natura individuale e specifica, in quanto non menziona i nomi di queste persone. Il gruppo di tali persone dovrebbe essere determinato su richiesta del Primo Ministro, di cui all'articolo 13, paragrafo 2, della legge sulla cittadinanza polacca del 1951. Al fine di valutare se la delibera costituisse un siffatto permesso, è sufficiente stabilire se la domanda del Primo Ministro menzioni i nomi delle persone che hanno presentato il permesso di cambiare la cittadinanza polacca. La suddetta posizione della Corte suprema amministrativa si riflette in numerose sentenze successive della Corte suprema amministrativa, ad esempio la sentenza del 28 febbraio 2007 rif. n. II OSK 510/06
- Sentenza della Corte suprema amministrativa 10 luglio 2008 II OSK 791/07
La legge sulla cittadinanza polacca del 1951 ha determinato in modo indipendente la procedura per l'emissione di decisioni da parte del Consiglio di Stato sul permesso di cambiare cittadinanza. La legge sulla cittadinanza polacca dell'8 gennaio 1951 non conteneva una disposizione che autorizzasse il Consiglio di Stato a emanare un atto normativo esecutivo. Nel sistema delle fonti del diritto della Repubblica popolare di Polonia, si è ipotizzato che nei settori coperti dall'esclusività della legge e nella sfera disciplinata dalla legge, il Consiglio di Stato possa adottare risoluzioni di natura normativa come atti normativi di natura esecutiva solo sulla base di un'autorizzazione legale. Pertanto, in questi settori non potevano essere adottate risoluzioni indipendenti del Consiglio di Stato.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 2 luglio 2008 IV SA/WA 752/08
Il cambiamento della cittadinanza è una questione di diritto pubblico. Per quanto riguarda gli atti compiuti nel campo del diritto pubblico, non sono previste procedure che corrispondano all'interpretazione delle dichiarazioni di volontà in conformità con le norme applicabili nel diritto privato, e in particolare in conformità con i principi derivanti dalle disposizioni del codice civile. Non importava il motivo per cui volevano cambiare la loro cittadinanza e la domanda di autorizzazione a cambiare la loro cittadinanza ha solo innescato la procedura relativa a tale cambiamento. Nel diritto pubblico, l'intenzione dell'interessato, la sua volontà non sarà direttamente divulgata nella domanda indirizzata alle autorità statali, sono prive di rilevanza giuridica e l'interpretazione delle dichiarazioni di volontà secondo i criteri stabiliti dal Codice Civile (articoli 60, 61 e 65 del Codice Civile) non è applicata.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 1° luglio 2008 IV SA/Wa 751/08
Se non vi sono prove che confermino il fatto che la domanda sia stata presentata al Consiglio di Stato prima dell'adozione della risoluzione del 23 gennaio 1958, non si può presumere che la risoluzione costituisse un permesso di cambiamento della cittadinanza polacca. Pertanto, si sarebbe dovuto concludere che il prerequisito di cui all'articolo 11 della legge del 1951 sulla cittadinanza polacca non era soddisfatto.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 30 giugno 2008, IV SA/Wa 848/08
La legge non disciplina la forma di rilascio dei permessi, quindi potrebbe anche essere rilasciata sotto forma di risoluzione del Consiglio di Stato. Un'autorizzazione del Consiglio di Stato rilasciata sotto forma di risoluzione potrebbe quindi applicarsi a più entità se tali persone potessero essere identificate. In altre parole, la risoluzione n. 5/58 del 23 gennaio 1958 poteva riferirsi alle persone che avevano presentato domande di cambiamento della cittadinanza polacca prima della data della sua adozione e che le domande erano state presentate dal Primo Ministro al Consiglio di Stato. Tuttavia, non poteva riferirsi a coloro che non avevano ancora presentato tali domande - alla data di adozione della risoluzione
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 25 giugno 2008 II OSK 714/07
La legge sulla cittadinanza polacca dell'8 gennaio 1951 prevedeva la possibilità di perdere la cittadinanza polacca a seguito dell'acquisizione della cittadinanza straniera solo dopo aver ottenuto il permesso dalle autorità polacche di cambiare cittadinanza (articolo 11). Il Consiglio di Stato era responsabile della decisione sulla perdita della cittadinanza, compreso il permesso di cambiare cittadinanza in relazione all'acquisizione della cittadinanza straniera. Ai sensi dell'articolo 13, paragrafi 1, 2 e 3, della suddetta legge, il Consiglio di Stato decide sulla perdita della cittadinanza polacca, la decisione sulla perdita della cittadinanza polacca è stata presa su richiesta del Primo Ministro e la pubblicazione di tale decisione nel Monitor Polski ha sostituito la notifica della decisione. Da tali disposizioni risulta che la decisione su un permesso di cambio di cittadinanza polacca, con l'effetto di perdere la cittadinanza polacca al momento dell'acquisizione della cittadinanza straniera, si riferiva a una persona specifica: un cittadino polacco che ha richiesto un permesso di cambio di cittadinanza. L'uso dei termini "giudica", "sentenza" e che la sentenza è stata emessa su richiesta del Primo Ministro, e che l'annuncio della sentenza nel Monitor Polski sostituisce il servizio, indica chiaramente che la legge sulla cittadinanza polacca del 1951 ha trattato il permesso di cambiare cittadinanza come un atto di applicazione della legge, intesa in modo tale che l'organo specificato nello statuto (il Consiglio di Stato), con riferimento alla base giuridica specificata nello statuto, si pronuncia su persone specifiche per consentire a queste persone di cambiare la loro cittadinanza polacca.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 25 giugno 2008 II OSK 661/07
Ai sensi dell'articolo 11, paragrafo 1, della legge dell'8 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca, un cittadino polacco poteva acquisire la cittadinanza straniera solo dopo aver ottenuto dalle autorità polacche il permesso di cambiare la propria cittadinanza. D'altro canto, ai sensi dell'articolo 11, paragrafo 5, di detta legge, l'acquisizione della cittadinanza straniera ai sensi dei paragrafi da 1 a 4 comportava la perdita della cittadinanza polacca. L'autorità competente a pronunciarsi sulla perdita della cittadinanza polacca era il Consiglio di Stato (articolo 13, paragrafo 1, della legge), che agiva al riguardo su richiesta del Primo Ministro (articolo 13, paragrafo 2, della legge). Le norme e le procedure dettagliate per l'aggiudicazione da parte del Consiglio di Stato in caso di autorizzazione al cambio di cittadinanza non sono mai state disciplinate in alcun atto normativo. Neppure nell'ordinamento giuridico allora in vigore vi era alcun motivo per il Consiglio di Stato di emanare un siffatto atto normativo di natura esecutiva. Nel sistema delle fonti del diritto della Repubblica popolare di Polonia, si è ipotizzato che, nei settori coperti dall'esclusività di una legge e nella sfera disciplinata dalla legge, il Consiglio di Stato possa adottare risoluzioni di natura normativa, in quanto atti normativi di natura esecutiva, solo sulla base di un'autorizzazione legale.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 18 giugno 2008, IV SA/Wa 649/08
Un'autorizzazione del Consiglio di Stato rilasciata sotto forma di risoluzione potrebbe quindi applicarsi a più entità se tali persone potessero essere identificate. In altre parole, la risoluzione n. 5/58 del 23 gennaio 1958 poteva riferirsi alle persone che avevano presentato domande di cambiamento della cittadinanza polacca prima della data della sua adozione e che le domande erano state presentate dal Primo Ministro al Consiglio di Stato. Tuttavia, essa non poteva riferirsi alle persone che non avevano ancora presentato tali domande alla data di adozione della delibera.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 17 giugno 2008, IV SA/Wa 750/08
L'eventuale perdita della cittadinanza polacca dovrebbe essere valutata alla luce delle norme in vigore al momento in cui si è verificato l'evento che ha causato o potrebbe causare la perdita di tale cittadinanza.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 4 giugno 2008, IV SA/Wa 635/08
Se non vi sono prove che confermino il fatto che la domanda del cittadino sia stata presentata al Consiglio di Stato prima dell'adozione della risoluzione del 23 gennaio 1958, non si può presumere che la risoluzione costituisse un permesso di cambiamento della cittadinanza polacca.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 3 giugno 2008, IV SA/Wa 565/08
La legge sulla cittadinanza polacca del 1951 non indicava la forma in cui il Consiglio di Stato doveva concedere i permessi per il cambiamento di cittadinanza e indicava in generale la procedura appropriata al riguardo. Nonostante tale regolamentazione rudimentale, le disposizioni del regolamento del Presidente della Repubblica di Polonia del 1928 sui procedimenti amministrativi (Gazzetta ufficiale del 1928, n. 36, voce 341, e successive modifiche) relative all'emissione di una decisione amministrativa, nonché le disposizioni del successivo codice di procedura amministrativa, non si applicavano ad esso.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 28 maggio 2008, IV SA/Wa 636/08
In primo luogo, la persona interessata deve presentare una domanda per il permesso di cambiare la cittadinanza polacca, quindi la domanda deve essere presentata dal Primo Ministro al Consiglio di Stato, e quindi il Consiglio di Stato deve decidere sul permesso. Questa ordinanza non può essere annullata, in quanto ciò violerebbe i requisiti di legge da cui dipende la perdita della cittadinanza polacca. Un'autorizzazione del Consiglio di Stato rilasciata sotto forma di risoluzione potrebbe quindi applicarsi a più entità se tali persone potessero essere identificate. In altre parole, la risoluzione n. 5/58 del 23 gennaio 1958 poteva riferirsi alle persone che avevano presentato domande di cambiamento della cittadinanza polacca prima della data della sua adozione e che le domande erano state presentate dal Primo Ministro al Consiglio di Stato. Tuttavia, non poteva riferirsi a coloro che non avevano ancora presentato tali domande - alla data di adozione della risoluzione
- Sentenza della Corte suprema amministrativa 16 maggio 2008 II OSK 471/07
La decisione del Consiglio di Stato relativa all'autorizzazione a cambiare cittadinanza sotto forma di risoluzione potrebbe applicarsi a un numero maggiore di persone, a condizione che si riferisca a persone designate le cui domande erano in corso di esame da parte del Consiglio di Stato prima dell'adozione della risoluzione del 23 gennaio 1958. Il semplice fatto che la risoluzione non menzioni queste persone non significa che i destinatari della risoluzione in questa parte non fossero persone designate.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 14 maggio 2008 IV SA/Wa 513/08
Il giudice ha ritenuto che il permesso di cambiare la cittadinanza polacca potesse applicarsi a un numero maggiore di persone. Tuttavia, il tribunale è giunto alla conclusione, a seguito delle sentenze della Corte di Cassazione Amministrativa del 27 ottobre 2005, rif. n. II OSK 965/05, del 27 ottobre 2005, fascicolo n. II OSK 983/05 e del 14 ottobre 2005, fascicolo n. II OSK 267/05, che una risoluzione di questo tipo potrebbe costituire un permesso di cambiamento della cittadinanza polacca solo in relazione alle persone che, fino alla data della sua adozione, hanno chiesto il permesso di cambiare la loro cittadinanza, perché non vi sono motivi per presumere che tale atto sia un consenso generale concesso per il futuro.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 6 maggio 2008 IV SA/WA 426/08
Il giudice che si pronuncia nella presente causa condivide l'opinione della Suprema Corte amministrativa sul carattere individualizzato dell'atto che consente il cambiamento di cittadinanza, che impone di stabilire se le domande dei genitori del richiedente per ottenere l'autorizzazione al cambiamento di cittadinanza siano state oggetto della domanda del Primo Ministro per l'emissione della delibera n. 5/58 del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958. In un caso giuridicamente rilevante come quello della perdita della cittadinanza polacca, non si può fermarsi alla presunzione che la delibera del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 abbia prodotto effetti giuridici anche nei confronti della ricorrente, dal momento che i suoi genitori hanno presentato le domande appropriate al riguardo e hanno ricevuto i documenti di viaggio per la partenza dalla Polonia verso Israele. Il solo fatto che i genitori della ricorrente abbiano avviato un procedimento per ottenere l'autorizzazione a cambiare la sua cittadinanza presentando le opportune domande al riguardo e rilasciando documenti di viaggio non sarebbe, secondo la Corte, sufficiente per affermare categoricamente che gli effetti della delibera del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 dovrebbero essere applicati anche ai genitori della ricorrente e, di conseguenza, alla ricorrente stessa.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 30 aprile 2008 IV SA/Wa 383/08
La risoluzione n. 5/58 del 23 gennaio 1958 poteva riferirsi alle persone che avevano presentato una domanda di cambiamento della cittadinanza polacca prima della data della sua adozione e le domande erano state presentate dal Primo Ministro al Consiglio di Stato. Tuttavia, essa non poteva riferirsi alle persone che non avevano ancora presentato tali domande - alla data di adozione della risoluzione - in quanto non vi è motivo di ritenere che tale atto costituisca una regola generale concessa per il futuro. La posizione di cui sopra è rappresentata dalla Corte suprema amministrativa m.in. nelle sentenze del 27 ottobre 2005 II OSK 989/05 e del 14 ottobre 2005 II OSK 267/06
- Sentenza della Corte suprema amministrativa 25 aprile 2008 II OSK 168/07
Il fatto che la risoluzione del Consiglio di Stato del 1958 non indicasse i nomi delle persone interessate non significa che la risoluzione non potesse essere un atto individuale. Per quanto riguarda le persone che hanno presentato al Consiglio di Stato una domanda di autorizzazione a cambiare la loro cittadinanza polacca prima dell'adozione della risoluzione del 23 gennaio 1958, la risoluzione potrebbe essere un permesso individuale, a condizione, tuttavia, che il gruppo di tali persone sia definito in modo inequivocabile dalla domanda o dalle domande del Primo ministro, di cui all'articolo 13, paragrafo 2, della legge sulla cittadinanza polacca del 1951.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa 25 aprile 2008 II OSK 176/07
1. Non vi è dubbio che una causa per l'autorizzazione a cambiare cittadinanza non è una questione risolta mediante una decisione amministrativa in un procedimento disciplinato dalle disposizioni del regolamento del Presidente della Repubblica di Polonia del 22 marzo 1928 sui procedimenti amministrativi (Gazzetta ufficiale del 1928 n. 36, voce 341, come modificato) e, successivamente, dal codice di procedura amministrativa.
2. Se l'opinione secondo cui la risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 non poteva costituire un permesso di cambiamento della cittadinanza polacca in relazione alle persone che non avevano richiesto il permesso di cambiare cittadinanza fino alla data della sua adozione dovesse essere pienamente condivisa, perché è impossibile parlare di concessione del permesso a una persona che non ha richiesto tale permesso, Una siffatta posizione non può essere direttamente applicata a una situazione in cui nel 1957 è stata presentata al Consiglio di Stato una domanda di autorizzazione a cambiare la cittadinanza polacca.
3. Tuttavia, l'opinione secondo cui l'autorizzazione a cambiare cittadinanza può essere concessa sotto forma di atto generale non può essere condivisa. Sebbene la legge polacca sulla cittadinanza del 1951 non specificasse alcun requisito specifico per quanto riguarda la forma delle decisioni del Consiglio di Stato in tali cause, alla luce della giurisprudenza esistente, si deve presumere che una decisione del Consiglio di Stato sull'autorizzazione a cambiare cittadinanza sotto forma di risoluzione potesse applicarsi a un numero maggiore di persone, a condizione che si riferisse a persone designate le cui domande erano in corso di esame da parte del Consiglio di Stato prima dell'adozione della risoluzione del 23 gennaio 1958. Il semplice fatto che la risoluzione non menzioni queste persone non significa che i destinatari della risoluzione in questa parte non fossero persone designate.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 25 aprile 2008, IV SA/Wa 411/08
1. Dal tenore letterale degli articoli 13 e 11 della legge dell'8 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca (Gazzetta ufficiale n. 4, punto 25, e successive modifiche) risulta che l'interessato deve prima presentare una domanda di autorizzazione per cambiare la cittadinanza polacca, quindi la domanda deve essere presentata dal Primo Ministro al Consiglio di Stato, e quindi il Consiglio di Stato decide in merito al permesso. Questa ordinanza non può essere annullata, in quanto ciò violerebbe i requisiti di legge da cui dipende la perdita della cittadinanza polacca.
2. Se non vi è alcuna prova che confermi il fatto che le istanze dei genitori del richiedente siano state trasmesse al Consiglio di Stato prima dell'adozione della risoluzione del 26 giugno 1957, non si può presumere che la risoluzione costituisse un'autorizzazione per i genitori del richiedente di cambiare anche la loro cittadinanza polacca e, quindi, per il richiedente stesso.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 23 aprile 2008, IV SA/Wa 410/08
La Corte suprema amministrativa ha affermato che la risoluzione potrebbe costituire giuridicamente effettivamente un permesso di cambiare la cittadinanza polacca, perché dalla sua formulazione risulta che si riferisce direttamente alle persone che hanno chiesto il permesso di cambiare la loro cittadinanza polacca e hanno lasciato la Polonia, recandosi in Israele per la residenza permanente, sebbene non sia di natura individuale e specifica, in quanto non menziona i nomi di queste persone. Il gruppo di tali persone dovrebbe essere determinato dalla domanda o dalle domande del primo ministro, di cui all'articolo 13, paragrafo 2, della legge sulla cittadinanza polacca del 1951. Al fine di valutare se la delibera costituisse un siffatto permesso, è sufficiente stabilire se la domanda del Primo Ministro menzioni i nomi delle persone che hanno presentato il permesso di cambiare la cittadinanza polacca.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 22 aprile 2008, IV SA/Wa 336/08
Il cambiamento della cittadinanza è una questione di diritto pubblico. Per quanto riguarda gli atti compiuti da una parte nel campo del diritto pubblico, non sono previste procedure che corrispondano all'interpretazione delle dichiarazioni di volontà in conformità con le norme applicabili nel diritto privato, e in particolare in conformità con i principi derivanti dalle disposizioni del codice civile.
- Sentenza del Tribunale Amministrativo Provinciale di Varsavia del 17 aprile 2008, causa n. IV SA/Wa 358/08
Per quanto riguarda le persone che, al pari dei genitori dei ricorrenti, hanno presentato al Consiglio di Stato una domanda di autorizzazione a cambiare la loro cittadinanza polacca prima dell'adozione della delibera del 23 gennaio 1958, tale delibera poteva avere il carattere di un permesso individuale, a condizione, tuttavia, che il gruppo di tali persone fosse definito in modo inequivocabile dalla domanda o dalle domande del Primo Ministro di cui all'articolo 13, paragrafo 2, della legge sulla cittadinanza polacca del 1951. se le domande delle persone alle quali sono stati rilasciati i permessi di cambiamento della loro cittadinanza in questione fossero oggetto della domanda del Primo Ministro presentata al Consiglio di Stato prima dell'adozione della risoluzione del 23 gennaio 1958, o infine le domande di tali persone fossero contemplate dalla risoluzione nella parte che consente il cambiamento della cittadinanza polacca alle persone che hanno richiesto un siffatto permesso e hanno lasciato la Polonia e successivamente hanno ottenuto la cittadinanza israeliana. Nel caso di specie, il Ministro dell'Interno e dell'Amministrazione ha solo dimostrato che il ricorrente aveva chiesto al Consiglio di Stato l'esenzione dal cambiamento della sua cittadinanza prima dell'adozione della delibera di cui trattasi, e poi aveva lasciato la Polonia, dopodiché il ricorrente aveva ottenuto la cittadinanza israeliana nel 1956. Alla luce delle considerazioni che precedono, tali constatazioni devono essere considerate insufficienti per concludere che la condizione del richiedente di ottenere il rilascio di un permesso individuale per cambiare la sua cittadinanza fosse soddisfatta nel caso di specie
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 16 aprile 2008, IV SA/Wa 367/08
Il permesso di cambiare la cittadinanza non è un atto esecutivo normativo di un atto di rango statutario, perché la legge sulla cittadinanza polacca del 1951 non conteneva una disposizione che autorizzasse il Consiglio di Stato a emanare un atto di questa natura. Si tratta, tuttavia, di un atto di applicazione della legge.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 15 aprile 2008, IV SA/Wa 329/08
Il giudice che si pronuncia nella presente causa condivide l'opinione della Corte suprema amministrativa sul carattere individualizzato dell'atto che consente il cambiamento di cittadinanza, il quale impone di stabilire se la domanda dei genitori del richiedente per ottenere l'autorizzazione al cambiamento di cittadinanza sia stata oggetto della domanda del Primo Ministro per l'emissione della risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958. In un caso giuridicamente rilevante come la perdita della cittadinanza polacca, non si può fermarsi alla presunzione che la delibera del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 abbia prodotto effetti giuridici anche nei confronti del ricorrente, dal momento che i suoi genitori hanno presentato un'apposita domanda al riguardo e hanno ricevuto i documenti di viaggio per la partenza dalla Polonia verso Israele. Il solo fatto che i genitori del richiedente abbiano avviato un procedimento per ottenere l'autorizzazione a cambiare la loro cittadinanza presentando una domanda in tal senso e rilasciando documenti di viaggio non sarebbe, secondo la Corte, sufficiente per affermare categoricamente che gli effetti della delibera del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 dovrebbero essere applicati anche ai genitori del richiedente e, quindi, al richiedente stesso
- Sentenze del 1° aprile 2008, Corte suprema amministrativa (rif. n. II OSK 361/07)
La risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 sul permesso di cambiare la cittadinanza polacca delle persone che partono per la residenza permanente nello Stato di Israele non può costituire un permesso di cambiare la cittadinanza polacca in relazione alle persone che non hanno richiesto il permesso di cambiare la loro cittadinanza fino alla data della sua adozione, perché è impossibile parlare di concessione del permesso a una persona, che non ha richiesto tale permesso.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia
del 1o aprile 2008 IV SA/Wa 2418/07La delibera del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 non poteva costituire un permesso di cambiamento della cittadinanza polacca nei confronti di persone che non avevano chiesto il permesso di cambiare cittadinanza fino alla data della sua adozione, in quanto non si può parlare di concessione di un permesso a una persona che non ha richiesto tale permesso.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 17 marzo 2008
la risoluzione del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 poteva avere effetti giuridici nei confronti delle persone che avevano lasciato il territorio della Polonia e acquisito la cittadinanza israeliana prima della data di adozione della risoluzione, ma il gruppo di persone oggetto della risoluzione doveva essere definito in modo inequivocabile dalla richiesta (o dalle mozioni) del Primo Ministro presentate al Consiglio di Stato sulla base dell'articolo 13, paragrafo 2, della legge dell'8 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca, perché il rilascio del consenso al cambiamento di cittadinanza è individuale, anche se l'atto che lo conteneva, come la delibera del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958, non menziona i nomi delle persone cui il consenso era in questione (cfr. sentenza della Corte suprema amministrativa del 31 gennaio 2008, fascicolo rif. II OSK 1890/06). La Corte suprema amministrativa conclude che la condizione per il rilascio di un permesso individuale di cambiamento di cittadinanza è soddisfatta se la domanda del Primo Ministro, presentata al Consiglio di Stato, comprendeva anche la domanda di persone che richiedono tale permesso.
- del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 14 marzo 2008, IV SA/Wa 146/08
La risoluzione n. 5/58 del 23 gennaio 1958 poteva riferirsi alle persone che avevano presentato una domanda di cambiamento della cittadinanza polacca prima della data della sua adozione e le domande erano state presentate dal Primo Ministro al Consiglio di Stato. Tuttavia, essa non poteva riferirsi alle persone che non avevano ancora presentato tali domande - alla data di adozione della risoluzione - in quanto non vi è motivo di ritenere che tale atto costituisca una regola generale concessa per il futuro.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 6 marzo 2008, IV SA/Wa 2575/07
Sebbene la risoluzione del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 in questione potesse produrre effetti giuridici solo nei confronti delle persone che avevano lasciato il territorio della Polonia e acquisito la cittadinanza israeliana prima della data di adozione della risoluzione, il gruppo di persone oggetto di tale risoluzione doveva essere definito in modo inequivocabile dalla mozione (o dalle mozioni) del Primo Ministro presentate al Consiglio di Stato sulla base dell'articolo 13, paragrafo 2, della legge dell'8 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca, perché il rilascio del consenso al cambiamento di cittadinanza è individuale, anche se l'atto che lo conteneva, come la delibera del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958, non menziona i nomi delle persone cui il consenso era in questione (cfr. sentenza della Corte suprema amministrativa del 31 gennaio 2008, fascicolo rif. II OSK 1890/06). La Corte suprema amministrativa conclude che la condizione per il rilascio di un permesso individuale di cambio di cittadinanza è soddisfatta se la domanda del Presidente del Consiglio dei ministri, presentata al Consiglio di Stato, comprendeva anche la domanda di persone che richiedono tale permesso
- Frase
del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia
del 4 marzo 2008
IV SA/Wa 86/08La risoluzione n. 5/58, con la quale il Consiglio di Stato ha approvato il cambiamento della cittadinanza polacca, non poteva essere applicata alle persone che presentavano domanda di cambiamento della cittadinanza polacca dopo la data della sua emissione. Non si può sfuggire al fatto che il ricorrente, Michael L., ha chiesto al Consiglio di Stato il permesso di cambiare la sua cittadinanza polacca in cittadinanza israeliana il 20 aprile 1960, cioè dopo la data di emanazione della suddetta risoluzione. Pertanto, l'autorizzazione a cambiare la cittadinanza polacca ivi contenuta non potrebbe avere alcun effetto nei confronti del richiedente.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia
del 25 febbraio 2008 IV SA/Wa 2572/07Nella giurisprudenza e nella dottrina, due posizioni contrapposte sono presentate in merito alla forma del permesso: una che indica che dovrebbe essere individuale, individuale, riferito a una persona determinata (così la Corte di Cassazione nella sentenza del 17 settembre 2001 IIIRN 56\01, la sentenza della Corte Suprema Amministrativa del 15 ottobre 2005 IIOSK 267\05, J. Jagielski, "Obywatelstwo polskie" Varsavia 1998, p. 123), mentre il secondo, accogliendo il principio di cui sopra, ammette la possibilità di concedere un permesso generale di cambio di cittadinanza - quando il cambiamento di cittadinanza riguardi un numero maggiore di persone - indicando che allora il permesso di cambiare cittadinanza aveva un effetto giuridico nei confronti della persona designata e solo in relazione all'acquisto della cittadinanza straniera specificatamente specificata nella decisione del Consiglio di Stato sul cambiamento (cfr.: W. Ramus, Istituzioni di diritto sulla cittadinanza polacca, Varsavia 1980, p. 248). Tuttavia, non si può trascurare che un'analisi delle disposizioni della legge polacca sulla cittadinanza del 1951 porta alla conclusione che la legge disciplinava una procedura specifica in caso di perdita della cittadinanza e determinava la sequenza delle azioni. Dalla formulazione degli articoli 13 e 11 della legge risulta che l'interessato deve prima presentare una domanda di autorizzazione per cambiare la cittadinanza polacca, quindi la domanda deve essere presentata dal Primo Ministro al Consiglio di Stato e quindi il Consiglio di Stato deve decidere in merito al permesso. Questa ordinanza non può essere annullata, in quanto ciò violerebbe i requisiti di legge da cui dipende la perdita della cittadinanza polacca. Un'autorizzazione del Consiglio di Stato rilasciata sotto forma di risoluzione potrebbe quindi applicarsi a più entità se tali persone potessero essere identificate. In altre parole, la risoluzione n. 58 del 23 gennaio 1958 poteva riferirsi alle persone che avevano presentato domande di cambiamento della cittadinanza polacca prima della data della sua adozione e le domande erano state presentate dal Primo Ministro al Consiglio di Stato. Questa posizione è rappresentata dalla Corte suprema amministrativa nelle sue sentenze del 27 ottobre 2005, IIOSK 983\05 e del 14 ottobre 2005, IIOSK 267\05.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa II OSK 48/07
L'opinione espressa nella sentenza impugnata secondo cui l'autorizzazione a cambiare cittadinanza può essere concessa sotto forma di atto generale non può essere condivisa. Sebbene la legge non specifichi requisiti specifici per quanto riguarda la forma delle decisioni del Consiglio di Stato in questi casi, alla luce della giurisprudenza esistente, si deve presumere che la decisione del Consiglio di Stato sull'autorizzazione a cambiare cittadinanza sotto forma di risoluzione potesse applicarsi a un numero maggiore di persone, a condizione che si riferisse a persone designate le cui domande erano in corso di esame da parte del Consiglio di Stato prima dell'adozione della risoluzione del 23 gennaio 1958. Il semplice fatto che la risoluzione non menzioni queste persone non significa che i destinatari della risoluzione in questa parte non fossero persone designate.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa 20 febbraio 2008 II OSK 98/07
L'uso dei termini "giudica", "giudica" e che la sentenza è emessa su richiesta del Primo Ministro, e la pubblicazione della sentenza nel Monitor Polski sostituisce il servizio – indica chiaramente che la legge sulla cittadinanza polacca del 1951 ha trattato il permesso di cambiare cittadinanza come un atto di applicazione della legge intesa in modo tale che un organo specificato nella legge (il Consiglio di Stato), con riferimento alla base giuridica specificata nella legge, si pronuncia su persone specifiche per consentire a queste persone di cambiare la loro cittadinanza polacca.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 6 febbraio 2008, IV SA/WA 2541/07
Il permesso di cambiare cittadinanza non è un atto esecutivo normativo di rango statutario, perché la legge sulla cittadinanza polacca del 1951 non conteneva una disposizione che autorizzasse il Consiglio di Stato a emanare un atto di questa natura, ma è un atto di applicazione della legge
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 31 gennaio 2008, II OSK 1890/06
Il fatto che la risoluzione del Consiglio di Stato del 1958 non indicasse i nomi delle persone interessate non significa che la risoluzione non potesse essere un atto individuale. L'uso dei termini "giudica","giudica" e che la sentenza è stata emessa su richiesta del Primo Ministro, e la pubblicazione della sentenza nel Monitor Polski sostituisce il servizio, indica chiaramente che la legge sulla cittadinanza polacca del 1951 ha trattato il permesso di cambiare cittadinanza come un atto di applicazione della legge, intesa in modo tale che l'organo specificato nello statuto (il Consiglio di Stato), con riferimento alla base giuridica specificata nello statuto, decide, nel caso di una persona specifica, di consentire a tale persona di cambiare la cittadinanza polacca.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 29 gennaio 2008, IV SA/Wa 2479/07
La legge sulla cittadinanza polacca del 1951 ha determinato in modo indipendente la procedura per l'emissione di decisioni da parte del Consiglio di Stato sul permesso di cambiare cittadinanza. L'autorizzazione a cambiare cittadinanza non è un atto esecutivo normativo di un atto di rango statutario, perché la legge sulla cittadinanza polacca del 1951 non conteneva una disposizione che autorizzasse il Consiglio di Stato a emanare un atto di questa natura. Il permesso di cambiare la cittadinanza polacca come prerequisito per la perdita della cittadinanza polacca deve essere di natura individuale e indirizzato a un destinatario specifico di un atto del Consiglio di Stato.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia dell'8 gennaio 2008, IV SA/Wa 2338/07
Infatti, se non vi sono elementi che confermino il fatto che le domande dei genitori del ricorrente siano state trasmesse al Consiglio di Stato prima dell'adozione della delibera del 23 gennaio 1958, non si può presumere che tale delibera costituisse anche un'autorizzazione per i genitori del richiedente, e quindi per il richiedente stesso, a cambiare la sua cittadinanza polacca.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 14 dicembre 2007, IV SA/Wa 2091/07
Va inoltre notato che nella dottrina ci sono opinioni divergenti sulla concessione del permesso di cambiare cittadinanza. Si presume che i permessi per il cambio di cittadinanza siano di natura individuale (cfr. Jagielski, Obywatelstwo polskie, Varsavia 1998, p. 123), e accettando la regola di cui sopra, è possibile concedere un permesso generale di cambiare cittadinanza - quando il cambio di cittadinanza riguarda un numero maggiore di persone - indicando che allora il permesso di cambiare cittadinanza aveva un effetto giuridico nei confronti della persona designata e solo in relazione all'acquisizione della cittadinanza straniera specificamente precisato nella decisione del Consiglio di Stato sulla modifica (cfr. W. Ramus, Istituzioni di diritto sulla cittadinanza polacca, Varsavia 1980, pag. 248). D'altro canto, la giurisprudenza ha ritenuto che l'autorizzazione a cambiare la cittadinanza polacca, quale presupposto per la perdita di tale cittadinanza, debba essere di natura individuale e indirizzata a un destinatario specifico di un atto del Consiglio di Stato (sentenza della Corte suprema del 17 settembre 2001, III RN 56/01, OSNP 2002/13/299). Ritenendo che la decisione dovesse essere emessa sotto forma di risoluzione, in quanto il Consiglio di Stato, in quanto organo collegiale, non poteva emettere altre decisioni, tanto più che le disposizioni sulla procedura amministrativa non erano applicate nelle sue attività, la Corte ha ritenuto che il permesso di cambiare la cittadinanza polacca potesse applicarsi a un numero maggiore di persone, vale a dire che tale permesso avrebbe potuto essere costituito dalla risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato, ma non avrebbe potuto riguardare le persone, i quali, fino alla data della sua adozione, non avevano chiesto – al pari del ricorrente – l'autorizzazione a cambiare la loro cittadinanza, in quanto non vi è motivo di presumere che un siffatto atto avesse carattere di un consenso generale concesso per il futuro. In tale materia, la Corte ha condiviso la valutazione giuridica espressa nelle sentenze della Corte suprema amministrativa del 27 ottobre 2005, II OSK 965/05, 27 ottobre 2005, II OSK 983/05 e del 14 ottobre 2005, II OSK 267/05.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 12 dicembre 2007 IV SA/Wa 2203/07
Questa risoluzione potrebbe costituire giuridicamente un permesso di cambio di cittadinanza polacca, perché dalla sua formulazione risulta che si riferisce direttamente alle persone che hanno chiesto il permesso di cambiare cittadinanza polacca e hanno lasciato la Polonia, recandosi in Israele per la residenza permanente, sebbene non sia di natura individuale e specifica, in quanto non menziona i nomi di queste persone. Il gruppo di tali persone dovrebbe essere determinato dalla domanda o dalle domande del primo ministro, di cui all'articolo 13, paragrafo 2, della legge sulla cittadinanza polacca del 1951. Al fine di valutare se la risoluzione costituisse un siffatto permesso, è importante solo stabilire se la domanda del Primo Ministro includa i nomi delle persone che hanno presentato un permesso di cambiamento della cittadinanza polacca
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 12 dicembre 2007, IV SA/Wa 2204/07
Un'autorizzazione del Consiglio di Stato, rilasciata sotto forma di risoluzione, potrebbe quindi applicarsi a più entità se tali persone potessero essere identificate. In altre parole, la risoluzione n. 5/58 del 23 gennaio 1958 poteva riferirsi alle persone che avevano presentato domande di cambiamento della cittadinanza polacca prima della data della sua adozione e che le domande erano state presentate dal Primo Ministro al Consiglio di Stato. Tuttavia, essa non poteva riferirsi alle persone che non avevano ancora presentato tali domande alla data di adozione della delibera. La posizione di cui sopra è rappresentata dalla Corte suprema amministrativa nelle sentenze del 27 ottobre 2005, II OSK 983/05, del 14 ottobre 2005, II OSK 267/05, e del 21 dicembre 2006, II OSK 1455/05). Il giudice della presente causa condivide tale opinione.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 12 dicembre 2007, IV SA/Wa 1992/07
Il collegio giudicante è del parere che l'autorizzazione a cambiare cittadinanza non sia un atto esecutivo normativo a un atto di rango statutario, in quanto la legge sulla cittadinanza polacca del 1951 non conteneva una disposizione che autorizzasse il Consiglio di Stato a emanare un atto di questa natura, ma si tratta di un atto di applicazione della legge. Va inoltre sottolineato che nella dottrina vengono presentati punti di vista divergenti in merito alla concessione del permesso di cambiare cittadinanza. Si presume che i permessi per il cambio di cittadinanza siano di natura individuale [si veda Jagielski, Obywatelstwo polskie, Varsavia 1998, p. 123], e adottando il principio di cui sopra, è possibile concedere un permesso generale di cambiare cittadinanza - quando il cambiamento di cittadinanza riguarda un numero maggiore di persone - ma allora il permesso di cambiare cittadinanza ha avuto un effetto giuridico nei confronti della persona designata e solo in relazione all'acquisizione della cittadinanza straniera specificamente precisato nella decisione del Consiglio di Stato sulla modifica [v. W. Ramus, Istituzioni di diritto sulla cittadinanza polacca, Varsavia 1980, pag. 248]. D'altra parte, la giurisprudenza ha assunto la posizione secondo cui l'autorizzazione a cambiare la cittadinanza polacca come prerequisito per la perdita della cittadinanza polacca deve essere di natura individuale e indirizzata a un destinatario specifico di un atto del Consiglio di Stato (si veda la sentenza della Corte Suprema del 17 settembre 2001, fascicolo rif. III RN 56/01, OSNP 2002, n. 13, voce 299). Ritenendo che la decisione dovesse essere emessa sotto forma di risoluzione, in quanto il Consiglio di Stato, in quanto organo collegiale, non poteva emettere altre sentenze, tanto più che le disposizioni sulla procedura amministrativa non erano applicate nelle sue attività, il giudice ha ritenuto che l'autorizzazione a cambiare la cittadinanza polacca potesse applicarsi a un numero maggiore di persone. Tuttavia, la Corte è giunta alla conclusione, a seguito delle sentenze della Corte Suprema Amministrativa del 27 ottobre 2005, fascicolo n. II OSK 965/05, del 27 ottobre 2005, fascicolo n. II OSK 983/05 e del 14 ottobre 2005, fascicolo n. II OSK 267/05, che una risoluzione di questo tipo potrebbe costituire un permesso di cambiamento della cittadinanza polacca solo in relazione alle persone che, fino alla data della sua adozione, hanno chiesto il permesso di cambiare la loro cittadinanza, perché non vi sono motivi per presumere che tale atto sia un consenso generale concesso per il futuro. Con
Va inoltre sottolineato che nella dottrina vengono presentati punti di vista divergenti in merito alla concessione del permesso di cambiare cittadinanza. Si presume che i permessi per il cambio di cittadinanza siano di natura individuale [si veda Jagielski, Obywatelstwo polskie, Varsavia 1998, p. 123], e adottando il principio di cui sopra, è possibile concedere un permesso generale di cambiare cittadinanza - quando il cambiamento di cittadinanza riguarda un numero maggiore di persone - ma allora il permesso di cambiare cittadinanza ha avuto un effetto giuridico nei confronti della persona designata e solo in relazione all'acquisizione della cittadinanza straniera specificamente precisato nella decisione del Consiglio di Stato sulla modifica [v. W. Ramus, Istituzioni di diritto sulla cittadinanza polacca, Varsavia 1980, pag. 248]. D'altra parte, la giurisprudenza ha assunto la posizione secondo cui l'autorizzazione a cambiare la cittadinanza polacca come prerequisito per la perdita della cittadinanza polacca deve essere di natura individuale e indirizzata a un destinatario specifico di un atto del Consiglio di Stato (si veda la sentenza della Corte Suprema del 17 settembre 2001, fascicolo rif. III RN 56/01, OSNP 2002, n. 13, voce 299). Ritenendo che la decisione dovesse essere emessa sotto forma di risoluzione, in quanto il Consiglio di Stato, in quanto organo collegiale, non poteva emettere altre sentenze, tanto più che le disposizioni sulla procedura amministrativa non erano applicate nelle sue attività, il giudice ha ritenuto che l'autorizzazione a cambiare la cittadinanza polacca potesse applicarsi a un numero maggiore di persone. Tuttavia, la Corte è giunta alla conclusione, a seguito delle sentenze della Corte Suprema Amministrativa del 27 ottobre 2005, fascicolo n. II OSK 965/05, del 27 ottobre 2005, fascicolo n. II OSK 983/05 e del 14 ottobre 2005, fascicolo n. 267/05, che una delibera di questo tipo potrebbe costituire un permesso di cambiamento della cittadinanza polacca solo nei confronti delle persone che, alla data della sua adozione, avevano chiesto il permesso di cambiare la loro cittadinanza, in quanto non vi sono motivi per presumere che tale atto abbia carattere generale di consenso concesso per il futuro
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia dell'11 dicembre 2007, IV SA/Wa 2167/07
La Corte ha affermato che la questione dell'interpretazione delle disposizioni della legge dell'8 gennaio 1951 e della delibera n. 5/58 del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 da parte degli organi della pubblica amministrazione non poteva costituire il fondamento per dichiarare l'invalidità della decisione in esame. Il voivoda della Slesia ha condotto un procedimento esplicativo, ha accertato lo status di fatto e di diritto della causa e ha quindi proceduto a un'interpretazione appropriata delle disposizioni, che ha espresso con una decisione del 30 settembre 2005. Va sottolineato ancora una volta che è necessario separare i casi di violazione del diritto causati dall'interpretazione dei regolamenti o dalla loro applicazione impropria dalla grave violazione del diritto. Gli argomenti indicati nel reclamo presentato alla Corte potrebbero eventualmente essere utilmente sollevati nell'ambito di un procedimento ordinario, ma nel caso di specie il procedimento amministrativo si è svolto nell'ambito di un procedimento straordinario – invalidità, e quindi l'allegazione di un'interpretazione errata delle disposizioni di legge da parte delle autorità non poteva costituire il fondamento per l'accoglimento della domanda di annullamento della decisione impugnata del ricorrente.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia dell'8 novembre 2007, IV SA/Wa 1845/07
Un'autorizzazione del Consiglio di Stato rilasciata sotto forma di risoluzione potrebbe quindi applicarsi a più entità se tali persone potessero essere identificate. In altre parole, la risoluzione n. 5/58 del 23 gennaio 1958 poteva riferirsi alle persone che avevano presentato domande di cambiamento della cittadinanza polacca prima della data della sua adozione e che le domande erano state presentate dal Primo Ministro al Consiglio di Stato. Tuttavia, non poteva fare riferimento a coloro che non avevano ancora presentato tali domande - alla data di adozione della risoluzione. La posizione di cui sopra è rappresentata dalla Corte suprema amministrativa nelle sentenze del 27 ottobre 2005, II OSK 983/05 e del 14 ottobre 2005, II OSK 267/05.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 17 ottobre 2007 IV SA/Wa 1684/07
la natura della sentenza del Consiglio di Stato che autorizza il cambiamento della cittadinanza polacca non è risolta nella dottrina e nella giurisprudenza. Nella decisione del 31 marzo 2006, da essa riesaminata, l'Autorità ha interpretato le disposizioni di cui sopra in modo tale che una delibera fosse sufficiente a tal fine. Una siffatta interpretazione non è stata contestata dalla Corte suprema amministrativa nella sua sentenza 14 dicembre 2005. Ha solo espresso la raccomandazione di esaminare se le domande di autorizzazione a cambiare la loro cittadinanza fossero coperte dalla domanda del Primo Ministro, se fossero state inoltrate al Consiglio di Stato prima dell'adozione della risoluzione, o se le domande di queste persone fossero coperte dalla risoluzione nella parte che consente il cambio di cittadinanza polacca alle persone che hanno richiesto tale permesso e hanno lasciato la Polonia e poi hanno ottenuto la cittadinanza israeliana
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 27 settembre 2007, IV SA/Wa 1137/07
In una situazione in cui la formulazione della disposizione solleva dubbi sulla sua interpretazione, o la disposizione non risolve direttamente la questione controversa, e la sua interpretazione è modellata dalla giurisprudenza dei tribunali, non si può parlare di una grave violazione della legge.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 6 settembre 2007, IV SA/Wa 1080/07
non si può presumere a priori che la risoluzione del Consiglio di Stato n. 5/58 del 23 gennaio 1958 sulla possibilità per le persone che partono per la residenza permanente nello Stato di Israele (non pubblicata) di cambiare la loro cittadinanza polacca non costituisca una decisione del Consiglio di Stato emessa sulla base dell'articolo 13, paragrafo 1, della legge dell'8 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca (Gazzetta ufficiale n. 4, punto 25), sull'autorizzazione a cambiare la cittadinanza polacca in relazione alle persone che hanno presentato una richiesta di autorizzazione a cambiare cittadinanza prima dell'adozione della risoluzione". Nella motivazione di tale sentenza, la Corte suprema amministrativa ha affermato che la risoluzione potrebbe costituire giuridicamente effettivamente un permesso di cambiare la cittadinanza polacca, perché dal suo contenuto risulta che si riferisce direttamente alle persone che hanno chiesto il permesso di cambiare cittadinanza polacca e hanno lasciato la Polonia, recandosi in Israele per la residenza permanente, sebbene non sia di natura individuale e specifica, in quanto non menziona i nomi di queste persone. Il gruppo di tali persone dovrebbe essere determinato dalla domanda o dalle domande del primo ministro, di cui all'articolo 13, paragrafo 2, della legge sulla cittadinanza polacca del 1951. Al fine di valutare se la delibera costituisse un siffatto permesso, è sufficiente stabilire se la domanda del Primo Ministro menzioni i nomi delle persone che hanno presentato il permesso di cambiare la cittadinanza polacca. Vale la pena notare che la suddetta posizione della Corte Suprema Amministrativa si riflette in numerose sentenze successive della Corte Suprema Amministrativa, ad esempio la sentenza della Corte Suprema Amministrativa del 28 febbraio 2007, fascicolo n. II OSK 510/06, sentenza della Suprema Corte Amministrativa 13 giugno 2007, fascicolo n. 13 giugno 2007 (non pubblicato).
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 29 agosto 2007 II OSK 1154/06
La risoluzione del 23 gennaio 1958 si riferisce direttamente alle persone che hanno già richiesto il permesso di cambiare la loro cittadinanza polacca e hanno lasciato la Polonia per risiedere permanentemente in Israele. Il fatto che il testo della risoluzione stessa non menzioni i nomi di tali persone non significa che la risoluzione al riguardo non avrebbe potuto essere di natura individuale e specifica, se fosse emerso che il gruppo di tali persone era definito in modo inequivocabile dalla mozione o dalle mozioni del Primo Ministro in questione, all'articolo 13, paragrafo 2, della legge sulla cittadinanza polacca del 1951.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa 29 agosto 2007 II OSK 1153/06
1. L'uso dei termini "giudica", "giudica" e che la sentenza è stata emessa su richiesta del Primo Ministro, e l'annuncio della sentenza nel Monitor Polski sostituisce il servizio, indica chiaramente che la legge sulla cittadinanza polacca del 1951 ha trattato l'autorizzazione a cambiare cittadinanza come un atto di applicazione della legge intesa in modo tale che l'organo specificato nella legge (il Consiglio di Stato), con riferimento alla base giuridica specificata nella legge, decide, nel caso di una persona specifica, di consentire a tale persona di cambiare la cittadinanza polacca.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 2 agosto 2007, IV SA/Wa 879/07
Secondo il parere della Corte che si pronuncia nella presente causa, l'assenso espresso nella risoluzione dovrebbe riferirsi a uno o più destinatari specifici e designati. Non può essere astratto e generale. La giurisprudenza esistente della Corte suprema amministrativa ne riconosce l'efficacia a condizione che si riferisca a persone specifiche e designate, anche se tali persone non sono menzionate in essa (sentenza della Corte suprema amministrativa del 14 dicembre 2005, II OSK 1085/05, LEX n. 191007). Tuttavia, in un'altra sentenza, la Corte suprema amministrativa ha espresso un'opinione di più ampia portata, che il giudice del rinvio condivide pienamente, secondo cui la delibera non potrebbe sostituire un atto individuale di autorizzazione a tale viaggio. Non può essere considerato un atto normativo, in quanto l'autorizzazione a emettere un atto del genere non derivava né dalla Costituzione né dalla legge sulla cittadinanza polacca del 1951. II OSK 1001/05). Nell'ordinamento giuridico esistente all'epoca, vale a dire nel 1958, nonché nell'ambito del procedimento amministrativo del 1928, in base al quale il padre del richiedente chiedeva l'autorizzazione a cambiare la propria cittadinanza, il diritto polacco non conosceva (e non conosce tuttora) la prassi dei cosiddetti atti generali di applicazione della legge, vale a dire quelli che, a causa della cerchia dei destinatari, sono di carattere generale, e specifico per il contenuto della legge (cfr. sentenza della Corte suprema amministrativa del 14 ottobre 2005, II OSK 267/05, ONSAiWSA 2006, n. 2, punto 66). La posizione di cui sopra è confermata anche dalla giurisprudenza della Suprema Corte citata dal ricorrente nel ricorso e nel ricorso (sentenza del 17 settembre 2001, III RN 56/01), che certamente riguarda un'altra risoluzione del Consiglio di Stato (indirizzata ai rimpatriati tedeschi), ma conserva la sua piena utilità nel caso di specie.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 30 luglio 2007, IV SA/Wa 855/07
La risoluzione n. 5/58 del 23 gennaio 1958 poteva riferirsi alle persone che avevano presentato domande per il cambiamento della cittadinanza polacca prima della data della sua adozione e le domande erano state presentate dal Primo Ministro al Consiglio di Stato. Tuttavia, non poteva fare riferimento a coloro che non avevano ancora presentato tali domande - alla data di adozione della risoluzione.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 25 luglio 2007, II OSK 1267/06
La decisione del Consiglio di Stato relativa all'autorizzazione a cambiare cittadinanza sotto forma di risoluzione potrebbe applicarsi a un numero maggiore di persone, a condizione che si riferisca a persone designate le cui domande erano in corso di esame da parte del Consiglio di Stato prima dell'adozione della risoluzione del 23 gennaio 1958. Il semplice fatto che la risoluzione non menzioni queste persone non significa che i destinatari della risoluzione in questa parte non fossero persone designate.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 25 luglio 2007
II OSK 1249/06La Corte suprema amministrativa ha ripetutamente confermato che è necessario dimostrare nel corso di un procedimento amministrativo se una domanda presentata individualmente per il rilascio di un'autorizzazione appropriata è stata sottoposta alla procedura appropriata per essere trattata dal Consiglio di Stato. Tale Corte ha richiamato l'opinione espressa nella sentenza della Cassazione del 17 settembre 2001, rif. n. II RN 56/01 (OSNAPiUS 2002/13/299), secondo cui il permesso di cambiare la cittadinanza polacca, come prerequisito per la perdita della cittadinanza polacca, era un atto individuale del Consiglio di Stato indirizzato a un destinatario specifico. La natura individuale del permesso di cambiare cittadinanza è presentata anche nella dottrina (si veda: J. Jagielski "Obywatelstwo polskie", Varsavia 1998, p. 123; In Ramus "Istituzioni di diritto sulla cittadinanza polacca", Varsavia 1980, p. 248). Il permesso di cambiare cittadinanza aveva effetto giuridico solo nei confronti di una persona designata e solo in relazione all'acquisizione della cittadinanza straniera specificatamente specificata nella decisione del Consiglio di Stato sul cambiamento (cfr. sentenza della Corte suprema amministrativa del 13 giugno 2007, fascicolo rif. II OSK 1065/06, non pubblicato).
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 25 luglio 2007
II OSK 1066/06Pertanto, il Tribunale amministrativo provinciale ha condiviso il punto di vista espresso nella summenzionata sentenza della Corte suprema amministrativa del 14 ottobre 2005, II OSK 267/05 e nella sentenza della Corte suprema amministrativa del 27 ottobre 2005, II OSK 965/05 (ONSAiWSA 2006 n. 2, punto 67), alla luce della quale la risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato, del 23 gennaio 1958, relativa al permesso alle persone che partono per la residenza permanente nello Stato di Israele di cambiare la loro cittadinanza polacca non poteva costituire un permesso per il cambiamento della cittadinanza polacca cambio di cittadinanza polacca in relazione alle persone che non hanno richiesto il permesso di cambiare cittadinanza fino alla data della sua adozione, perché è impossibile parlare di concessione del permesso a una persona che non ha richiesto tale permesso. Non si può presumere che il permesso possa applicarsi a domande che non sono state ancora presentate e che sia un consenso generale concesso per il futuro. Nelle sentenze citate, la Corte suprema amministrativa ha spiegato che la risoluzione del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 non è un atto normativo esecutivo della legge polacca sulla cittadinanza del 1951, ma un atto di applicazione della legge. Le disposizioni della legge sulla cittadinanza polacca del 1951 prevedono la seguente sequenza di eventi: in primo luogo, la presentazione di una domanda da parte dell'interessato all'autorità competente, quindi la presentazione della domanda da parte del Primo Ministro, e solo successivamente il Consiglio di Stato decide in merito all'autorizzazione a cambiare la cittadinanza di una determinata persona. Tale ordinanza non può essere revocata, in quanto ciò violerebbe i requisiti essenziali introdotti dalla legge, il cui adempimento determina la perdita della cittadinanza polacca. Concorda con la posizione del Tribunale secondo cui la delibera del 23 gennaio 1958, relativa alle domande presentate dopo la sua adozione, non poteva essere considerata che come un annuncio di concessione del permesso di cambiare cittadinanza. Se si dovessero accettare le argomentazioni della parte che ha presentato il ricorso in cassazione secondo cui è possibile concedere l'autorizzazione a persone che non sono state menzionate per nome e cognome nella risoluzione, allora in nessun caso tale autorizzazione potrebbe applicarsi alle persone che non hanno presentato una domanda, e quindi alla data di adozione della risoluzione non hanno richiesto l'autorizzazione a cambiare la loro cittadinanza polacca. Per questi motivi, la sentenza impugnata che annulla la decisione del Presidente dell'Ufficio per i Rimpatri e gli Stranieri è conforme alla legge, in quanto la delibera del Consiglio di Stato in questione non poteva costituire un permesso di cambio di cittadinanza del richiedente, poiché la domanda di permesso di cambio di cittadinanza era stata presentata nel luglio 1958.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa 13 giugno 2007 II OSK 1043/06
La legge sulla cittadinanza polacca dell'8 gennaio 1951 prevedeva la possibilità di perdere la cittadinanza polacca a seguito dell'acquisizione della cittadinanza straniera solo dopo aver ottenuto il permesso dalle autorità polacche di cambiare cittadinanza (articolo 11). Il Consiglio di Stato era responsabile della decisione sulla perdita della cittadinanza, compreso il permesso di cambiare cittadinanza in relazione all'acquisizione della cittadinanza straniera. Ai sensi dell'articolo 13, paragrafi 1, 2 e 3, della suddetta legge, il Consiglio di Stato decide in merito alla perdita della cittadinanza polacca, la decisione in merito alla perdita della cittadinanza polacca è adottata su richiesta del Primo Ministro e la pubblicazione di tale decisione nel Monitor Polski sostituisce la notifica della decisione.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 13 giugno 2007
II OSK 1155/06L'opinione espressa nella sentenza impugnata secondo cui l'autorizzazione a cambiare cittadinanza può essere concessa sotto forma di atto generale non può essere condivisa. Sebbene la legge non specifichi requisiti specifici per quanto riguarda la forma delle decisioni del Consiglio di Stato in questi casi, alla luce della giurisprudenza esistente, si deve presumere che la decisione del Consiglio di Stato sull'autorizzazione a cambiare cittadinanza sotto forma di risoluzione potesse applicarsi a un numero maggiore di persone, a condizione che si riferisse a persone designate le cui domande erano in corso di esame da parte del Consiglio di Stato prima dell'adozione della risoluzione del 23 gennaio 1958. Il semplice fatto che la risoluzione non menzioni queste persone non significa che i destinatari della risoluzione in questa parte non fossero persone designate.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 13 giugno 2007
II OSK 1064/06La legge sulla cittadinanza polacca dell'8 gennaio 1951 prevedeva la possibilità di perdere la cittadinanza polacca a seguito dell'acquisizione della cittadinanza straniera solo dopo aver ottenuto il permesso dalle autorità polacche di cambiare cittadinanza (articolo 11). Il Consiglio di Stato era responsabile della decisione sulla perdita della cittadinanza, compreso il permesso di cambiare cittadinanza in relazione all'acquisizione della cittadinanza straniera. Ai sensi dell'articolo 13, paragrafi 1, 2 e 3, della suddetta legge, il Consiglio di Stato decide in merito alla perdita della cittadinanza polacca, la decisione in merito alla perdita della cittadinanza polacca è adottata su richiesta del Primo Ministro e la pubblicazione di tale decisione nel Monitor Polski sostituisce la notifica della decisione.
- Sentenza del Tribunale Amministrativo Provinciale di Varsavia del 25 maggio 2007, causa n. IV SA/Wa 589/07
In nessun caso può essere valutata l'efficacia della Risoluzione del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare di Polonia n. 5/58 del 23 gennaio 1958 sulla possibilità per le persone che partono per la residenza permanente nello Stato di Israele di cambiare la loro cittadinanza nei confronti delle persone che hanno chiesto il permesso di cambiare la loro cittadinanza dopo che era stato tolto.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 23 maggio 2007, IV SA/Wa 696/07
Un'analisi delle disposizioni della legge dell'8 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca (Gazzetta ufficiale n. 4, punto 25, e successive modifiche) porta alla conclusione che la suddetta legge disciplinava una procedura specifica in caso di perdita della cittadinanza e determinava la sequenza delle azioni. Dalla formulazione degli articoli 13 e 11 della legge risulta che la persona interessata deve prima presentare una domanda di autorizzazione a cambiare la cittadinanza polacca, quindi la domanda deve essere presentata dal Primo Ministro al Consiglio di Stato e quindi il Consiglio di Stato deve decidere in merito al permesso. Questa ordinanza non può essere annullata, in quanto ciò violerebbe i requisiti di legge da cui dipende la perdita della cittadinanza polacca.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 21 maggio 2007, IV SA/WA 655/07
La risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 potrebbe costituire un permesso individuale di cambiamento di cittadinanza per le persone che richiedono tale permesso ed estenderne gli effetti giuridici a tale riguardo anche ai loro figli, se vi fosse motivo di considerarlo come un permesso di cambiamento di cittadinanza che copre contemporaneamente un numero maggiore di persone, in una situazione in cui tutte queste persone potrebbero essere nominativamente specificate, e le domande di queste persone sarebbero coperte dalla domanda del Primo Ministro al Consiglio di Stato ai sensi dell'articolo 13, paragrafo 2, della legge dell'8 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca e trasmessa dal Primo Ministro al Consiglio di Stato prima dell'adozione della risoluzione del 23 gennaio 1958, e inoltre, si potrebbe stabilire che la risoluzione nella parte che consente il cambiamento della cittadinanza polacca a persone alle quali non è stato concesso il diritto di cambiare la loro cittadinanza polacca. che ha richiesto tale permesso e ha lasciato la Polonia, e poi ha ottenuto la cittadinanza israeliana riguardava le domande di queste persone specifiche. Solo in una situazione del genere si potrebbe concludere che la risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 era un'autorizzazione rilasciata sulla base dell'articolo 13, paragrafo 1, della legge del 5 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca per le persone specificamente designate.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 16 maggio 2007 II OSK 673/06
Pertanto, ai fini della soluzione della presente causa, è importante se la risoluzione del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 avesse carattere generale o se essa possa essere considerata, a determinate condizioni, come un atto di applicazione del diritto di carattere individuale, che costituisce un'autorizzazione effettiva al cambiamento di cittadinanza ai sensi dell'articolo 13, paragrafi 1 e 2, della legge concessa a persone (come il ricorrente), che hanno chiesto un cambiamento di cittadinanza prima che fosse rilasciato. In questa risoluzione, il Consiglio di Stato ha deciso: "È consentito cambiare la cittadinanza polacca con la cittadinanza dello Stato di Israele alle persone che hanno lasciato o lasceranno il territorio della Repubblica Popolare Polacca, andando a risiedere permanentemente nello Stato di Israele e hanno presentato o presenteranno una richiesta di permesso per cambiare la cittadinanza polacca". Pertanto, la legge non menziona i dati personali delle persone a cui è stato concesso il permesso in questione. Il tribunale di primo grado, riferendosi a questa risoluzione, ha ritenuto che si trattasse di un atto di applicazione della legge, che costituiva un'autorizzazione generale a cambiare la cittadinanza polacca in cittadinanza dello Stato di Israele in relazione a persone che avevano già lasciato la Polonia prima della data della sua adozione e avevano precedentemente richiesto l'autorizzazione a cambiare cittadinanza. Questa posizione non può essere accettata. Va notato che la risoluzione si riferisce principalmente a un gruppo di persone che hanno già richiesto il permesso di cambiare la loro cittadinanza polacca e hanno lasciato la Polonia per la residenza permanente in Israele. Il fatto che il testo della risoluzione stessa non menzioni i nomi di tali persone non significa che la risoluzione al riguardo non sia di natura individuale e specifica, se risulta che il gruppo di tali persone è stato definito in modo inequivocabile dalla mozione o dalle mozioni del Primo Ministro, di cui all'articolo 13, paragrafo 2, della legge sulla cittadinanza polacca del 1951. Sebbene la legge non specifichi requisiti specifici per quanto riguarda la forma delle decisioni del Consiglio di Stato in questi casi, alla luce della giurisprudenza esistente, si dovrebbe presumere che una decisione del Consiglio di Stato sull'autorizzazione a cambiare cittadinanza sotto forma di risoluzione potesse applicarsi a un numero maggiore di persone, a condizione che si riferisse a persone designate le cui domande erano state esaminate dal Consiglio di Stato prima dell'adozione della risoluzione del 23 gennaio 1958.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 16 maggio 2007 II OSK 661/06
Spettava quindi alle autorità investite del presente caso verificare se le domande dei genitori del ricorrente dirette ad ottenere l'autorizzazione a cambiare cittadinanza fossero oggetto della domanda del Primo Ministro e se fossero state comunicate al Consiglio di Stato prima dell'adozione della delibera del 23 gennaio 1958. Solo la determinazione di queste circostanze ha permesso alle autorità di concludere che le domande di queste persone erano coperte anche dalla risoluzione n. 5/58 nella parte che consente il cambio di cittadinanza polacca alle persone che hanno richiesto tale permesso e hanno lasciato la Polonia e successivamente hanno ottenuto la cittadinanza israeliana. Pertanto, l'affermazione del denunciante secondo cui, nel caso in esame, le circostanze summenzionate non sono state affatto prese in considerazione dalle autorità amministrative, cosa che non è stata nemmeno notata dal Tribunale di primo grado, né la loro importanza ai fini della risoluzione del presente caso, è giustificata. Non vi sono documenti negli atti amministrativi del caso che possano costituire la base per tali conclusioni.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 23 aprile 2007, IV SA/Wa 522/07
Il collegio giudicante è del parere che l'autorizzazione a cambiare cittadinanza non sia un atto esecutivo normativo a un atto di rango statutario, in quanto la legge sulla cittadinanza polacca del 1951 non conteneva una disposizione che autorizzasse il Consiglio di Stato a emanare un atto di questa natura, ma si tratta di un atto di applicazione della legge. Va inoltre sottolineato che nella dottrina vengono presentati punti di vista divergenti in merito alla concessione del permesso di cambiare cittadinanza. Si presume che i permessi per il cambio di cittadinanza siano di natura individuale [si veda Jagielski, Obywatelstwo polskie, Varsavia 1998, p. 123], e adottando il principio di cui sopra, è possibile concedere un permesso generale di cambiare cittadinanza - quando il cambiamento di cittadinanza riguarda un numero maggiore di persone - ma allora il permesso di cambiare cittadinanza ha avuto un effetto giuridico nei confronti della persona designata e solo in relazione all'acquisizione della cittadinanza straniera specificamente precisato nella decisione del Consiglio di Stato sulla modifica [v. W. Ramus, Istituzioni di diritto sulla cittadinanza polacca, Varsavia 1980, pag. 248]. D'altra parte, la giurisprudenza ha assunto la posizione secondo cui l'autorizzazione a cambiare la cittadinanza polacca come prerequisito per la perdita della cittadinanza polacca deve essere di natura individuale e indirizzata a un destinatario specifico di un atto del Consiglio di Stato (si veda la sentenza della Corte Suprema del 17 settembre 2001, fascicolo rif. III RN 56/01, OSNP 2002, n. 13, voce 299). Ritenendo che la decisione dovesse essere emessa sotto forma di risoluzione, in quanto il Consiglio di Stato, in quanto organo collegiale, non poteva emettere altre sentenze, tanto più che le disposizioni sulla procedura amministrativa non erano applicate nelle sue attività, il giudice ha ritenuto che l'autorizzazione a cambiare la cittadinanza polacca potesse applicarsi a un numero maggiore di persone. Tuttavia, la Corte è giunta alla conclusione, a seguito delle sentenze della Corte Suprema Amministrativa del 27 ottobre 2005, fascicolo n. II OSK 965/05, del 27 ottobre 2005, fascicolo n. II OSK 983/05 e del 14 ottobre 2005, fascicolo n. II OSK 267/05, che una risoluzione di questo tipo potrebbe costituire un permesso di cambiamento della cittadinanza polacca solo in relazione alle persone che, fino alla data della sua adozione, hanno chiesto il permesso di cambiare la loro cittadinanza, perché non vi sono motivi per presumere che tale atto sia un consenso generale concesso per il futuro.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 19 aprile 2007, II OSK 562/06
Nel caso di specie, è stato accertato che i genitori del ricorrente hanno presentato al Consiglio di Stato una domanda di autorizzazione a cambiare la sua cittadinanza in relazione alla sua partenza definitiva per Israele, anche per conto del minore del ricorrente, il 27 ottobre 1959. Dopo essersi trasferito in Israele, il richiedente ha ottenuto la cittadinanza israeliana nel 1960. Alla luce di quanto precede, l'opinione espressa nelle citate sentenze della Corte suprema amministrativa del 14 ottobre 2005, II OSK 267/05 e del 27 ottobre 2005, II OSK 965/05, secondo cui la risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 non poteva costituire un permesso per il cambiamento della cittadinanza polacca in relazione a persone che che non avevano richiesto il permesso di cambiare la loro cittadinanza fino alla data della sua adozione, perché non si può dire che il permesso sia stato concesso a una persona che non ha richiesto tale permesso. Non si può presumere che il permesso possa applicarsi a domande che non sono state ancora presentate e che sia un consenso generale concesso per il futuro. Nelle sentenze sopra citate, la Corte suprema amministrativa ha spiegato che la risoluzione del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 non è un atto esecutivo normativo della legge del 1951 sulla cittadinanza polacca, ma un atto di applicazione della legge. La legge sulla cittadinanza polacca del 1951 prevede la seguente sequenza di eventi: in primo luogo, la presentazione di una domanda da parte dell'interessato all'autorità competente, quindi la presentazione della domanda da parte del Primo Ministro, e solo successivamente il Consiglio di Stato decide in merito all'autorizzazione a cambiare la cittadinanza di una determinata persona. Tale ordinanza non può essere revocata, in quanto ciò violerebbe i requisiti essenziali introdotti dalla legge, il cui adempimento determina la perdita della cittadinanza polacca. La risoluzione del 23 gennaio 1958, in relazione alle domande presentate dopo l'adozione della risoluzione, poteva essere trattata solo come un annuncio di concessione del permesso di cambiare cittadinanza. Per riassumere, mentre si può essere d'accordo con l'opinione che è possibile concedere il permesso a persone che non sono state menzionate per nome nella risoluzione, in nessun caso tale permesso potrebbe applicarsi a persone che non hanno presentato una domanda, e quindi non hanno chiesto il permesso di cambiare la loro cittadinanza polacca alla data di adozione della risoluzione. Pertanto, tale delibera non poteva costituire un permesso di cambiamento di cittadinanza del richiedente, poiché la domanda di autorizzazione a cambiare cittadinanza era stata presentata nel 1959. Ciò significa che il ricorso per cassazione si basava su giustificati motivi di cassazione
- Sentenza del Tribunale Amministrativo Provinciale di Varsavia del 23 marzo 2007, causa n. IV SA/Wa 2309/06
Un permesso di cambio di cittadinanza polacca rilasciato sotto forma di risoluzione potrebbe applicarsi a un numero maggiore di persone. La Corte condivide la posizione adottata nella giurisprudenza della Corte suprema amministrativa (sentenza della Corte suprema amministrativa del 27 ottobre 2005, fascicolo n. II OSK 965/05, sentenza della Corte suprema amministrativa del 27 ottobre 2005, fascicolo n. II OSK 983/05, sentenza della Corte suprema amministrativa del 14 ottobre 2005, fascicolo n. II OSK 267/05) secondo cui la risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 non poteva costituire un permesso di cambiamento della cittadinanza polacca in relazione a persone che non sono che, fino alla data della sua adozione, non hanno chiesto l'autorizzazione a cambiare la loro cittadinanza, perché non vi sono motivi per presumere che tale atto sia un consenso generale concesso per il futuro. Nel caso di specie, secondo gli atti amministrativi, Celina e Jakub W., genitori del ricorrente, hanno chiesto al Consiglio di Stato l'autorizzazione a cambiare la loro cittadinanza nel 1961, vale a dire dopo che il Consiglio di Stato aveva già adottato la delibera n. 5/58 del 23 gennaio 1958. Pertanto, si deve concludere che l'autorità ha commesso un errore nel presumere che l'autorizzazione risultante dalla delibera in questione si applicasse anche ai genitori del richiedente, e quindi anche al richiedente, a causa del fatto che alla data di adozione della delibera non vi erano domande da parte delle persone interessate – i genitori del richiedente. A parere della Corte, la suddetta delibera del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958, in relazione alle domande dei genitori del ricorrente del 17 aprile 1961, poteva tutt'al più essere assimilata solo come un annuncio di un eventuale permesso di cambiare cittadinanza da parte delle persone sopra menzionate.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 7 marzo 2007, IV SA/Wa 200/07
Nel valutare l'efficacia della delibera n. 5/58 del Consiglio di Stato, si deve concludere che essa ha prodotto gli effetti giuridici ivi indicati, in quanto effettiva autorizzazione al cambio di cittadinanza, in relazione alle persone che soddisfano i criteri indicati nella risoluzione, a condizione che gli eventi giuridici si siano verificati durante il periodo di validità della stessa.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 28 febbraio 2007 II OSK 510/06
Il collegio giudicante del caso in questione conferma pienamente la posizione finora presentata dalla Corte suprema amministrativa, secondo la quale non si può presumere a priori che la risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 costituisse una sentenza del Consiglio di Stato sull'autorizzazione al cambiamento della cittadinanza polacca. Sebbene la legge non specifichi requisiti specifici per quanto riguarda la forma delle decisioni del Consiglio di Stato in questi casi, non è possibile concordare con la posizione secondo cui non importa se la risoluzione riguardava domande individuali presentate da persone che intendevano lasciare la Polonia. La decisione del Consiglio di Stato relativa all'autorizzazione a cambiare cittadinanza sotto forma di risoluzione potrebbe applicarsi a un numero maggiore di persone, a condizione che si riferisca a persone designate le cui domande erano in corso di esame da parte del Consiglio di Stato prima dell'adozione della risoluzione del 23 gennaio 1958. Il semplice fatto che la risoluzione non menzionasse i nomi di queste persone non significa che i destinatari della risoluzione in questa parte non fossero persone designate. Senza chiarire e considerare queste circostanze, non si può concludere che il richiedente abbia perso la cittadinanza polacca, e quindi le decisioni in questo caso sono state emesse in violazione dell'articolo 11 della legge dell'8 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 26 febbraio 2007, IV SA/Wa 2418/06
il permesso di cambiare la cittadinanza polacca potrebbe applicarsi a un numero maggiore di persone, vale a dire che tale permesso potrebbe essere costituito dalla risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato, ma non potrebbe riguardare le persone che non hanno richiesto il permesso di cambiare la loro cittadinanza fino alla data della sua adozione, perché non vi sono motivi per presumere che tale atto abbia la natura di un consenso generale concesso per il futuro.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 5 febbraio 2007, IV SA/Wa 2450/06
L'autorizzazione del Consiglio di Stato emessa sotto forma di risoluzione potrebbe quindi applicarsi a un numero maggiore di entità se tali persone potessero essere identificate. In altre parole, la risoluzione n. 5/58 del 23 gennaio 1958 poteva riferirsi alle persone che avevano chiesto un cambiamento di cittadinanza polacca prima della data della sua adozione e le domande erano state presentate dal Primo Ministro al Consiglio di Stato. Tuttavia, essa non poteva riferirsi alle persone che non avevano ancora presentato tali domande - alla data di adozione della risoluzione - in quanto non vi è motivo di ritenere che tale atto costituisca una regola generale concessa per il futuro.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 1° febbraio 2007, IV SA/Wa 2397/06
la suddetta Delibera n. 5/58 costituiva un'autorizzazione in relazione alle persone che, prima della data di adozione della delibera, chiedevano l'autorizzazione a cambiare la loro cittadinanza, a condizione che la loro domanda fosse presentata al Consiglio di Stato dal Primo Ministro entro la data della sua adozione.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa 31 gennaio 2007 II OSK 1426/05
La legge sulla cittadinanza polacca del 1951 prevede la seguente sequenza di eventi: in primo luogo, la presentazione di una domanda da parte dell'interessato all'autorità competente, quindi la presentazione della domanda da parte del Primo Ministro, e solo successivamente il Consiglio di Stato decide in merito all'autorizzazione a cambiare la cittadinanza di una determinata persona. Tale ordinanza non può essere revocata, in quanto ciò violerebbe i requisiti essenziali introdotti dalla legge, il cui adempimento determina la perdita della cittadinanza polacca. La delibera del 23 gennaio 1958, relativa alle domande presentate dopo l'adozione di tale delibera, non poteva che essere assimilata ad un annuncio di concessione del permesso di cambiare cittadinanza
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 24 gennaio 2007, IV SA/Wa 2241/06
1. Nel cercare una corretta interpretazione delle disposizioni della legge del 1962 sulla cittadinanza polacca, è necessario escludere tale interpretazione di esse che porti a differenziare la situazione giuridica delle entità qualora non risulti direttamente dal contenuto di specifiche norme normative.
2. Durante il periodo di validità, la risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato ha avuto gli effetti giuridici indicati nella legge nei confronti di tutti gli enti oggetto della stessa.
3. La risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato ha prodotto gli effetti giuridici ivi indicati, come autorizzazione effettiva al cambiamento di cittadinanza, in relazione alle persone che soddisfano i criteri indicati nella risoluzione, a condizione che gli eventi giuridici si siano verificati durante il periodo di validità della stessa.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 23 gennaio 2007 IV SA/Wa 2106/06
1. Il tribunale (nella composizione che esamina il caso in questione) non condivide la linea della giurisprudenza che avanza la tesi secondo cui sono necessari permessi individuali per il cambiamento di cittadinanza, e considera la risoluzione del Consiglio di Stato n. 5/58 come contraria alla legge del 5 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca, o subordina la possibilità della sua domanda alla data di presentazione delle domande (domande) da parte delle parti interessate al Consiglio di Stato per ottenere l'autorizzazione a cambiare la loro cittadinanza polacca.
2. L'ipotesi secondo cui non era necessario che il Consiglio di Stato emettesse una decisione sull'autorizzazione al cambiamento di cittadinanza indirizzata nominativamente al richiedente in questa causa non viola in realtà i diritti delle persone interessate, a condizione che esse abbiano effettivamente presentato una domanda in tal senso.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 23 gennaio 2007, IV SA/Wa 2107/06
Il giudice che si pronuncia nella presente causa condivide pienamente la posizione sulle forme giuridiche di rilascio del permesso di cambiamento di cittadinanza da parte del Consiglio di Stato, espressa nella sentenza della Suprema Corte Amministrativa 18 aprile 1985, fascicolo n. III SA. 404/85, (publ. ONSA del 1985 n. I, punto 23), in cui si affermava che le disposizioni della procedura amministrativa non si applicavano davanti alle autorità statali, alle quali apparteneva il Consiglio di Stato. Alla luce delle condizioni di cui sopra, la Corte ha ritenuto corretta la posizione secondo cui la Risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato costituiva un "atto generale di applicazione della legge" emesso dal Consiglio di Stato nell'ambito delle sue competenze. Questo atto costituiva un permesso generale, in termini di soggettività, di cambiare la cittadinanza polacca da parte di persone che lasciavano la Polonia per trasferirsi definitivamente in Israele, a condizione che esprimessero la loro volontà di cambiare la loro cittadinanza. Nel fare ciò, la Corte ha tenuto conto del contenuto del ricorso del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 1957 n. D.III/4/70/57 – indirizzato al Consiglio di Stato, in cui, invocando l'articolo 13, paragrafo 2, del codice di procedura civile. Chiede l'adozione di una risoluzione sulla concessione generale di un permesso per cambiare cittadinanza ai cittadini polacchi che hanno lasciato o lasceranno il territorio della Repubblica popolare di Polonia per risiedere permanentemente nello Stato di Israele. A seguito di questa mozione, è stata adottata la discussa risoluzione n. 5/58 e il suo contenuto differisce solo leggermente dal progetto proposto dal Primo Ministro. La mozione del Primo Ministro del 29 novembre 1957 era quindi una mozione di cui all'articolo 13, paragrafo 2, della legge sul funzionamento della Repubblica di Polonia, e dal suo tenore letterale risulta che, al pari della risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato, essa aveva carattere generale, nel senso che non menzionava i nomi delle persone alle quali si riferiva. Vale anche la pena sottolineare che nella discussione sul progetto di risoluzione n. 5/58, uno dei viceministri ha fornito il numero di persone che hanno lasciato la Polonia e si sono recate nello Stato di Israele in determinati anni, distinguendo coloro che sono partiti sulla base di un documento di viaggio, senza personalizzare i dati indicati. Pertanto, anche in questa fase del procedimento – che precede l'adozione della delibera in questione – non è stato suggerito che i permessi per il cambio di cittadinanza debbano avere destinatari precisamente definiti, ossia nominativamente citati. Inoltre, non si è nemmeno ritenuto di distinguere la situazione giuridica di coloro che lasceranno l'accordo prima dell'adozione della risoluzione, di cui è stato discusso il contenuto, e di coloro che eventualmente decideranno di lasciare l'accordo dopo la sua adozione. Per le ragioni sopra esposte, la Corte – nella composizione che esamina il caso in esame – non condivide la linea giurisprudenziale che avanza la tesi secondo cui sono necessari permessi individuali per cambiare cittadinanza, e considera la risoluzione del Consiglio di Stato n. 5/58 in contrasto con la legge del 5 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca, o subordina la possibilità della sua applicazione alla data di presentazione delle domande (domande) da parte degli interessati al Consiglio di Stato per l'autorizzazione al cambiamento della cittadinanza polacca. Quando si considera la portata degli effetti giuridici che si sono verificati a seguito della Risoluzione del Consiglio di Stato n. 5/58, in altre realtà sistemiche e sistemiche (nel 1959), non si possono utilizzare direttamente gli standard dello Stato governato dallo Stato di diritto e gli standard di interpretazione dei regolamenti attualmente applicati. L'adozione di un siffatto criterio puramente interpretativo porterebbe inevitabilmente alla conclusione che, se non nella loro interezza, almeno una parte significativa delle disposizioni che costituivano l'ordinamento giuridico dell'epoca – fossero de jure illegittime, conclusione che oggi non può essere accolta. Dopo tutto, si tratta di valutare gli effetti di situazioni giuridiche che si sono verificate in quel momento a seguito degli eventi che si sono verificati in quel momento. Tuttavia, non si tratta di valutare quali effetti giuridici avrebbe l'attuale funzionamento della risoluzione. Secondo la Corte, l'ipotesi secondo cui, nel caso di assenso al cambio di cittadinanza, non fosse necessario che il Consiglio di Stato emettesse una decisione nominativamente indirizzata al richiedente in tale materia, non viola di fatto i diritti degli interessati, a condizione che questi abbiano effettivamente presentato domanda nel caso di specie.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 10 gennaio 2007, IV SA/Wa 2105/06
Nel caso di specie, i genitori del richiedente hanno chiesto l'autorizzazione a cambiare la loro cittadinanza nel 1959, vale a dire dopo la data di adozione della delibera del 23 gennaio 1958, e gli effetti giuridici di tale delibera non possono applicarsi alle persone che hanno presentato domanda dopo la data della sua adozione. Il consenso a cambiare cittadinanza espresso sotto forma di risoluzione potrebbe applicarsi a un gruppo più ampio di persone individualizzate. È necessario concordare con la posizione della Corte Suprema Amministrativa dalle sentenze sopra citate secondo cui non si può dire che il permesso di cambiare la cittadinanza polacca sia concesso a una persona che non ne ha fatto richiesta fino alla data di adozione della risoluzione". Non si può condividere l'argomentazione dell'autorità, con riferimento alla motivazione della sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia dell'11 gennaio 2006 IV SA/Wa 1567/05 secondo cui "la portata degli effetti giuridici della risoluzione del Consiglio di Stato del 1958 non dovrebbe essere correlata alle attuali norme di applicazione della legge, quando l'ordinamento giuridico è stato modellato secondo regole diverse; Al fine di interpretare correttamente la normativa oggi vigente, si deve tener conto che l'atto giuridico, la cui portata è messa in discussione, era fonte di diritti specifici per i cittadini, in quanto creava la possibilità di uscire dalla Polonia nel sistema autoritario dell'epoca"
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 10 gennaio 2007, causa n. IV SA/Wa 2104/06
Il consenso a cambiare cittadinanza espresso sotto forma di risoluzione potrebbe applicarsi a un gruppo più ampio di persone individualizzate. È necessario concordare con la posizione della Corte Suprema Amministrativa derivante dalle sentenze sopra citate secondo cui "... Non si può dire che il permesso di cambiare la cittadinanza polacca sia stato concesso a una persona che non ne ha fatto richiesta fino alla data di adozione della risoluzione...". Non si può condividere l'argomentazione dell'autorità, con riferimento alla motivazione della sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia dell'11 gennaio 2006 IV SA/Wa 1567/05 secondo cui "la portata degli effetti giuridici della risoluzione del Consiglio di Stato del 1958 non dovrebbe essere correlata agli attuali standard di applicazione della legge, quando l'ordinamento giuridico è stato modellato secondo regole diverse...; Al fine di interpretare correttamente la normativa oggi vigente, si deve tener conto che l'atto giuridico, la cui portata è messa in discussione, era fonte di diritti specifici per i cittadini, in quanto creava la possibilità di uscire dalla Polonia nel sistema autoritario dell'epoca"
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 21 dicembre 2006, IV SA/Wa 1963/06
Nel caso di specie, il richiedente ha chiesto l'autorizzazione a cambiare la sua cittadinanza nel 1961, cioè dopo la data di adozione della risoluzione del 23 gennaio 1958, e non può essere considerata come un'autorizzazione a cambiare la sua cittadinanza
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 21 dicembre 2006
II OSK 1455/05La decisione del Consiglio di Stato relativa all'autorizzazione a cambiare cittadinanza sotto forma di risoluzione potrebbe applicarsi a un numero maggiore di persone, a condizione che si riferisca a persone designate le cui domande erano in corso di esame da parte del Consiglio di Stato prima dell'adozione della risoluzione del 23 gennaio 1958. Il semplice fatto che la risoluzione non menzionasse queste persone non significa che i destinatari della risoluzione in questa parte non fossero persone designate
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 21 dicembre 2006
II OSK 1450/05La risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 non poteva costituire un permesso di cambiare cittadinanza polacca in relazione a persone che non avevano richiesto il permesso di cambiare cittadinanza fino alla data della sua adozione, perché è impossibile parlare di concessione del permesso a una persona che non ha richiesto tale permesso, tale posizione non può essere direttamente applicata alla situazione, quando nel 1957 è stata presentata al Consiglio di Stato una domanda di autorizzazione al cambiamento della cittadinanza polacca, come nel caso in esame, ossia prima dell'adozione della risoluzione del 23 gennaio 1958
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 13 dicembre 2006, IV SA/Wa 1985/06
Nel caso di specie, secondo gli atti amministrativi, Genia e Sergei Z., genitori del ricorrente, hanno chiesto al Consiglio di Stato l'autorizzazione a cambiare la loro cittadinanza nel 1959, ossia dopo che il Consiglio di Stato aveva già adottato la risoluzione n. 5/58 del 23 gennaio 1958. Pertanto, si deve concludere che l'autorità ha commesso un errore nel presumere che l'autorizzazione risultante dalla delibera in questione si applicasse anche ai genitori del richiedente, e quindi anche al richiedente, a causa del fatto che alla data di adozione della delibera non vi erano domande da parte delle persone interessate – i genitori del richiedente. A parere della Corte, la suddetta delibera del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958, in relazione alle domande dei genitori del ricorrente a partire dal 1959, poteva tutt'al più essere assimilata solo ad un annuncio dell'eventuale concessione del permesso di cambiare cittadinanza da parte delle suddette persone.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia dell'11 dicembre 2006, IV SA/Wa 1962/06
l'autorizzazione avrebbe potuto essere costituita dalla delibera n. 5/58 del Consiglio di Stato, ma non avrebbe potuto riguardare le persone che, fino alla data della sua adozione, non avevano chiesto l'autorizzazione a cambiare la loro cittadinanza, perché non vi sono motivi per presumere che tale atto avesse la natura di un consenso generale concesso per il futuro. In tale materia, la Corte ha condiviso la valutazione giuridica espressa nelle sentenze della Corte suprema amministrativa del 27 ottobre 2005, II OSK 965/05, 27 ottobre 2005, II OSK 983/05 e del 14 ottobre 2005, II OSK 267/05.
- Frase
del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia
del 6 dicembre 2006
IV SA/WA 1964/06Secondo il parere della Corte, quando si considera la portata degli effetti giuridici che si sono verificati a seguito della Risoluzione del Consiglio di Stato n. 5/58, in altre realtà sistemiche e sistemiche (nel 1959), non si possono utilizzare direttamente gli standard dello Stato di diritto e gli standard di interpretazione dei regolamenti attualmente applicati. L'adozione di un siffatto criterio puramente interpretativo porterebbe inevitabilmente alla conclusione che, se non nella loro interezza, almeno una parte significativa delle disposizioni che costituivano l'ordinamento giuridico dell'epoca – fossero de jure illegittime, conclusione che oggi non può essere accolta. Dopo tutto, si tratta di valutare gli effetti di situazioni giuridiche che si sono verificate in quel momento a seguito degli eventi che si sono verificati in quel momento. Tuttavia, non si tratta di valutare quali effetti giuridici avrebbe l'attuale funzionamento della risoluzione. Secondo la Corte, l'ipotesi secondo cui, in caso di assenso al cambiamento di cittadinanza, non fosse necessario che il Consiglio di Stato emettesse una decisione nominativamente indirizzata al richiedente in tale materia, non viola di fatto i diritti degli interessati, a condizione che essi abbiano effettivamente presentato una domanda effettiva nel caso di specie. Tenendo conto di quanto precede, la Corte, sulla base dell'articolo 151 della legge del 30 agosto 2002. La legge sui procedimenti dinanzi ai tribunali amministrativi (Gazzetta ufficiale n. 153, voce 1270, e successive modifiche) si è pronunciata in qualità di dispositivo.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 6 dicembre 2006, IV SA/Wa 2020/06
La Corte ha ritenuto che la Risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato costituisse un "atto generale di applicazione della legge" emesso dal Consiglio di Stato nell'ambito delle sue competenze. Questo atto costituiva un permesso generale, in termini soggettivi, di cambiare la cittadinanza polacca da parte di persone che avevano lasciato la Polonia per trasferirsi definitivamente in Israele, a condizione che avessero espresso il desiderio di cambiare la loro cittadinanza
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 27 ottobre 2006, IV SA/Wa 1519/06
La Corte non condivide la linea giurisprudenziale che richiede permessi individuali per cambiare cittadinanza, e considera la risoluzione n. 5/58 sui permessi di cambiare la cittadinanza polacca per le persone che partono per la residenza permanente nello Stato di Israele come contraria alla legge del 5 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca, o subordina la possibilità della sua applicazione alla data di presentazione delle domande (domande) da parte delle parti interessate al Consiglio di Stato per il permesso di cambiare la cittadinanza polacca.
- Decisione del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 18 agosto 2006 IV SA/WA 1315/06
L'autorizzazione del Consiglio di Stato emessa sotto forma di risoluzione potrebbe quindi applicarsi a un numero maggiore di entità se tali persone potessero essere identificate. In altre parole, la risoluzione n. 5/58 del 23 gennaio 1958 poteva riferirsi alle persone che avevano chiesto un cambiamento di cittadinanza polacca prima della data della sua adozione e le domande erano state presentate dal Primo Ministro al Consiglio di Stato. Tuttavia, non poteva fare riferimento a coloro che non avevano ancora presentato tali domande - alla data di adozione della risoluzione. In tale materia, il giudice ha condiviso la valutazione giuridica espressa nelle sentenze della Corte suprema amministrativa del 27 ottobre 2005, II OSK 983/05 e del 14 ottobre 2005, II OSK 267/05. Traducendo quanto sopra nel caso di specie, va sottolineato che i genitori del ricorrente hanno chiesto al Consiglio di Stato l'autorizzazione a cambiare la loro cittadinanza nel 1957, ossia prima dell'adozione da parte del Consiglio di Stato della delibera n. 5/58 del 23 gennaio 1958. Pertanto, in linea di principio, la delibera in questione potrebbe costituire un permesso di modifica della cittadinanza polacca che riguardi anche i genitori del richiedente, e quindi il richiedente stesso. Tuttavia, la condizione di quanto precede era che, prima dell'adozione della delibera del 23 gennaio 1958, le domande dei genitori del ricorrente fossero state presentate al Consiglio di Stato dal Primo Ministro
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 28 settembre 2006, IV SA/Wa 1510/06
Nel caso di specie, i genitori del ricorrente hanno presentato le relative domande il 26 gennaio 1956 e il 26 gennaio 1957. Ciò non significa, tuttavia, che la risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato non si applicasse ad essi. Come accennato in precedenza, era rivolto a persone che avevano presentato o avrebbero presentato una richiesta di autorizzazione per cambiare la loro cittadinanza polacca. La tesi di cui sopra è giustificata dal contenuto della richiesta del Primo Ministro del 29 novembre 1957, indirizzata al Consiglio di Stato, in cui, invocando l'articolo 13, paragrafo 2, della legge dell'8 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca, egli chiede l'adozione di una risoluzione sulla concessione generale di un permesso per cambiare cittadinanza ai cittadini polacchi che hanno lasciato o lasceranno il territorio della Repubblica popolare di Polonia per recarsi a residenza permanente nello Stato di Israele. A seguito di questa mozione, è stata adottata la risoluzione n. 5/58 e il suo contenuto differisce leggermente dal progetto proposto dal Primo Ministro. La mozione del Primo Ministro del 29 novembre 1957 era quindi una mozione di cui all'articolo 13, paragrafo 2, della legge dell'8 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca, e dalla sua formulazione risulta che, al pari della risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato, era di carattere generale, nel senso che non menzionava i nomi delle persone interessato.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 27 settembre 2006 IV SA/Wa 999/06
la risoluzione del Consiglio di Stato era una fonte di diritto per le persone di nazionalità ebraica che partivano per il loro paese d'origine, come eccezione all'attuale limitazione della possibilità di migrazione di altri cittadini attraverso le frontiere. Tenuto conto delle circostanze di cui sopra, prima di valutare gli effetti giuridici del funzionamento nei negozi giuridici della risoluzione sull'autorizzazione a cambiare cittadinanza, fino alla data della sua abrogazione con la risoluzione del Consiglio di Stato n. 26/84 dell'8 marzo 1984 (non pubblicata)
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 21 settembre 2006, IV SA/Wa 1135/06
Come precedentemente indicato, secondo il parere della Corte, quando si considera la portata degli effetti giuridici che si sono verificati a seguito dell'emanazione di un atto giuridico – la Risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato – in altre realtà sistemiche e sistemiche (nel 1959), non si possono utilizzare direttamente gli standard dello Stato di diritto e gli standard di interpretazione dei regolamenti attualmente in uso. Dopo tutto, si tratta di valutare gli effetti di situazioni giuridiche che si sono verificate in quel momento a seguito degli eventi che si sono verificati in quel momento. Tuttavia, non si tratta di valutare quali effetti giuridici avrebbe l'attuale funzionamento della risoluzione. Tenendo conto, come uno dei valori essenziali di uno Stato di diritto, del principio della certezza e della stabilità del diritto, indipendentemente dalla sua attuale valutazione, si dovrebbe fare riferimento alle norme del tempo, purché non si traduca manifestamente in una violazione dei diritti e delle libertà civili fondamentali. Come già indicato, secondo il parere del giudice, l'ipotesi secondo cui, in caso di consenso al cambio di cittadinanza, non fosse necessario che il Consiglio di Stato emettesse una decisione nominativa indirizzata al richiedente in tale materia, non viola di fatto i diritti degli interessati, a condizione che essi abbiano effettivamente presentato con successo una domanda nel caso di specie. Una siffatta valutazione non può essere modificata dal fatto che, in realtà politiche, sociali o economiche diverse, i richiedenti o i loro figli non sono interessati alle loro conseguenze giuridiche sotto forma di perdita della cittadinanza.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 20 settembre 2006, IV SA/Wa 1041/06
il tribunale ha ritenuto che il permesso di cambiare cittadinanza polacca potesse applicarsi a un numero maggiore di persone, vale a dire che tale permesso avrebbe potuto essere costituito dalla risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato, ma non avrebbe potuto riguardare le persone che, alla data della sua adozione, non avevano chiesto il permesso di cambiare cittadinanza fino alla data della sua adozione, perché non vi erano motivi per l'accettazione, che tale atto aveva la natura di un consenso generale concesso per il futuro. In tale materia, il tribunale ha condiviso la valutazione giuridica espressa nelle sentenze della Corte suprema amministrativa del 27 ottobre 2005, II OSK 965/05; del 27 ottobre 2005, II OSK 983/05; del 14 ottobre 2005, II OSK 267/05.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 14 settembre 2006 II OSK 464/06
Il rilascio di un documento di viaggio non può essere equiparato ad un permesso di cambio di cittadinanza, non solo perché è il Consiglio di Stato che deve autorizzare il cambio di cittadinanza e non l'autorità che ha rilasciato tali documenti, ma, soprattutto, perché l'autorizzazione al cambio di cittadinanza non può essere presunta per facta concludentia. L'obbligo di soddisfare gli standard formali previsti dalla legge non può essere relativizzato o derivato dalla consapevolezza delle conseguenze giuridiche della ricezione di un documento di viaggio e della partenza dalla Repubblica polacca. La consapevolezza delle conseguenze giuridiche di un'azione di diritto pubblico è irrilevante.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 6 settembre 2006, IV SA/Wa 1233/06
Il giudice, nella composizione che esamina il caso in questione, non condivide la linea giurisprudenziale che sostiene la tesi secondo cui sono necessari permessi individuali per il cambio di cittadinanza, e considera la risoluzione n. 5/58 come contraria alla legge del 5 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca, o subordina la possibilità della sua applicazione alla data di presentazione delle domande (domande) da parte delle parti interessate al Consiglio di Stato per l'autorizzazione a cambiare la loro cittadinanza polacca.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 24 agosto 2006, IV SA/Wa 840/06
Risoluzione del Consiglio di Stato n. 5/58 del 23 gennaio 1958 sul permesso alle persone che partono per la residenza permanente nello Stato di Israele di cambiare la loro cittadinanza polacca (non pubblicata) potrebbe giuridicamente costituire un permesso giuridicamente efficace per cambiare la cittadinanza polacca, in quanto dalla sua formulazione risulta che esso si riferisce direttamente alle persone che hanno chiesto il permesso di cambiare la loro cittadinanza polacca e hanno lasciato la Polonia per recarsi in Israele per ottenere la residenza permanente, anche se non menziona i nomi di tali persone, e quindi non è di natura individuale e specifica. Il gruppo di tali persone dovrebbe essere determinato dalla domanda o dalle domande del primo ministro, di cui all'articolo 13, paragrafo 2, della legge sulla cittadinanza polacca del 1951, indirizzate al Consiglio di Stato. Il collegio giudicante nella presente causa condivide l'opinione della Corte suprema amministrativa secondo cui la suddetta risoluzione n. 5/58 avrebbe potuto costituire un'autorizzazione nei confronti delle persone che, prima della data di adozione di tale delibera, hanno chiesto l'autorizzazione a cambiare la loro cittadinanza, a condizione che la loro domanda fosse stata presentata al Consiglio di Stato entro la data della sua adozione.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 24 agosto 2006, IV SA/Wa 1010/06
Per contro, non vi è alcuna giustificazione giuridica per la tesi del ricorrente secondo cui la risoluzione del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 non costituisce una decisione di tale organo relativa all'autorizzazione a cambiare la cittadinanza polacca per quanto riguarda le persone che hanno chiesto l'autorizzazione a cambiare la loro cittadinanza prima dell'adozione di tale delibera. La legge dell'8 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca non specifica requisiti specifici per quanto riguarda la forma delle decisioni del Consiglio di Stato sul permesso di cambiare cittadinanza. Una siffatta decisione in forma di risoluzione, in quanto atto emesso da un organo collegiale, come il Consiglio di Stato, potrebbe applicarsi a un numero maggiore di persone, a condizione che si riferisca a persone designate le cui domande erano in corso di esame da parte del Consiglio di Stato prima dell'adozione della risoluzione del 23 gennaio 1958. Il fatto che la risoluzione non menzionasse queste persone non significa di per sé che i destinatari della risoluzione in questa parte non fossero persone designate.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 21 giugno 2006, IV SA/Wa 412/06
Dalla formulazione degli articoli 13 e 11 della legge sulla cittadinanza polacca del 1951 risulta che l'interessato deve prima presentare una domanda di permesso per cambiare la cittadinanza polacca, poi la domanda deve essere presentata dal Primo Ministro al Consiglio di Stato, e poi il Consiglio di Stato deve decidere in merito al permesso. Un'autorizzazione del Consiglio di Stato rilasciata sotto forma di risoluzione potrebbe quindi applicarsi a più entità se tali persone potessero essere identificate. In altre parole, la risoluzione n. 5/58 del 23 gennaio 1958 poteva riferirsi alle persone che avevano presentato domande di cambiamento della cittadinanza polacca prima della data della sua adozione e che le domande erano state presentate dal Primo Ministro al Consiglio di Stato. Tuttavia, non poteva fare riferimento a coloro che non avevano ancora presentato tali domande - alla data di adozione della risoluzione.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 2 giugno 2006 IV SA/WA 2333/05
1. La risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato, del 23 gennaio 1958, relativa al passaggio alla cittadinanza polacca per le persone che partono per la residenza permanente nello Stato di Israele (non pubblicata), non è stata adottata sotto forma di decisione amministrativa ai sensi delle disposizioni del regolamento del 22 marzo 1928 sui procedimenti amministrativi (Gazzetta ufficiale n. 36, voce 341, e successive modifiche) o delle disposizioni del codice di procedura amministrativa.
2. La presente risoluzione potrebbe riferirsi alle persone che hanno presentato domande di cambiamento della cittadinanza polacca prima della data della sua adozione e che le domande sono state presentate dal Primo Ministro al Consiglio di Stato. Tuttavia, non poteva fare riferimento a coloro che non avevano ancora presentato tali domande - alla data di adozione della risoluzione.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 13 aprile 2006, IV SA/Wa 1029/05
1. Il riferimento, contenuto nella risoluzione del Consiglio di Stato n. 5/58 relativa all'autorizzazione a modificare la cittadinanza polacca delle persone che partono per la residenza permanente in Israele, alla disposizione dell'articolo 13, paragrafi 1 e 2, della legge sulla cittadinanza, che è stato incluso nel capitolo quarto di detta legge, relativo ai procedimenti, non può essere analizzato separatamente dalle disposizioni del capo terzo, che riguardava la perdita della cittadinanza polacca. Ciò porta alla conclusione che de jure una cosa era perdere la cittadinanza e un'altra cosa privarla della cittadinanza, cosa che è stata annunciata nel Monitor Polski (articolo 13, paragrafo 2).
2. Nessuna delle disposizioni di legge allora in vigore, né la delibera n. 5/58 del Consiglio di Stato, né infine il Consiglio di Stato, che emanava l'atto di applicazione della legge, prevedeva la necessità o addirittura la necessità di pubblicare una siffatta delibera.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa 23 marzo 2006 II OSK 1297/05
La legge dell'8 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca (Gazzetta ufficiale n. 4, punto 25, e successive modifiche) ha determinato in modo indipendente la procedura per l'emissione di decisioni da parte del Consiglio di Stato sul permesso di cambiare cittadinanza.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 23 marzo 2006, II OSK 1360/05
Non si può presumere a priori che la risoluzione del Consiglio di Stato n. 5/58, del 23 gennaio 1958, relativa alla possibilità per le persone che partono per la residenza permanente nello Stato di Israele di cambiare la loro cittadinanza polacca, non costituisca una decisione del Consiglio di Stato sull'autorizzazione a cambiare la cittadinanza polacca in relazione alle persone che hanno chiesto l'autorizzazione a cambiare la loro cittadinanza prima dell'adozione di tale risoluzione. La legge dell'8 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca (Gazzetta ufficiale n. 4, punto 25, e successive modifiche) non specificava requisiti specifici per quanto riguarda la forma delle decisioni del Consiglio di Stato in questi casi. Una siffatta decisione in forma di risoluzione potrebbe applicarsi ad un numero maggiore di persone, a condizione che si riferisca a persone designate le cui domande sono state oggetto di esame da parte del Consiglio di Stato prima dell'adozione della risoluzione del 23 gennaio 1958. Il fatto che la risoluzione non menzionasse queste persone non significa di per sé che i destinatari della risoluzione in questa parte non fossero persone designate.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 23 marzo 2006 II OSK 1361/05
Le regole e la procedura per la gestione dei casi di autorizzazione al cambio di cittadinanza sono state determinate solo dalla legge dell'8 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca e successivamente dalla legge del 15 febbraio 1962 sulla cittadinanza polacca.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 26 gennaio 2006, IV SA/Wa 1642/05
Nel valutare l'efficacia della delibera n. 5/58 del Consiglio di Stato, si deve concludere che essa ha prodotto gli effetti giuridici ivi indicati, in quanto effettiva autorizzazione al cambio di cittadinanza, in relazione alle persone che soddisfano i criteri indicati nella risoluzione, a condizione che gli eventi giuridici si siano verificati durante il periodo di validità della stessa.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 25 gennaio 2006, IV SA/Wa 1591/05
La risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 sul permesso di cambiare la cittadinanza polacca delle persone che partono per la residenza permanente nello Stato di Israele (non pubblicata) in relazione alle persone che hanno presentato domande di permesso per cambiare la loro cittadinanza polacca dopo che la decisione è stata presa, non costituiva un permesso per cambiare la cittadinanza polacca con l'effetto di perdere tale cittadinanza. In relazione alle domande presentate dopo l'adozione della decisione, essa potrebbe essere trattata solo come una promessa di concedere il permesso di cambiare cittadinanza.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia dell'11 gennaio 2006, IV SA/Wa 1567/05
1. La risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato, del 23 gennaio 1958, relativa al passaggio alla cittadinanza polacca per le persone che partono per la residenza permanente nello Stato di Israele (non pubblicata), costituiva un permesso di cambiamento di cittadinanza ai sensi dell'articolo 11, paragrafo 1, della legge dell'8 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca.
2. L'interpretazione presentata nella sentenza della Suprema Corte Amministrativa, rif. n. II OSK 965/05, la cui accoglimento, se del caso, comporterebbe di far dipendere il verificarsi dell'effetto giuridico (perdita della cittadinanza) dall'esecuzione da parte di un'autorità pubblica (il Primo Ministro) di un'azione consistente nella presentazione di una domanda individuale di cambiamento di cittadinanza, o almeno di una raccolta di tali domande prima dell'adozione della relativa risoluzione.
3. L'atto giuridico del Consiglio di Stato, in vigore fino alla sua abrogazione (risoluzione 5/58), ha comportato conseguenze giuridiche derivanti dall'ottenimento di tale autorizzazione come autorizzazione obbligatoria per il cambiamento di cittadinanza.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 27 ottobre 2005
II OSK 983/05La risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 non poteva costituire un permesso di cambiamento della cittadinanza polacca nei confronti di persone che non avevano richiesto il permesso di cambiare cittadinanza fino alla data della sua adozione, perché è impossibile parlare di concessione del permesso a una persona che non ha richiesto tale permesso. Non si può presumere che il permesso possa applicarsi a domande che non sono state ancora presentate e che sia un consenso generale concesso per il futuro
- Sentenza della Corte suprema amministrativa del 27 ottobre 2005
II OSK 965/05Non si può presumere a priori che la risoluzione del Consiglio di Stato n. 5/58 del 23 gennaio 1958 sulla possibilità per le persone che partono per la residenza permanente nello Stato di Israele (non pubblicata) di cambiare la loro cittadinanza polacca non costituisca una decisione del Consiglio di Stato emessa sulla base dell'articolo 13, paragrafo 1, della legge dell'8 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca (Gazzetta ufficiale n. 4, punto 25), sull'autorizzazione a cambiare la cittadinanza polacca in relazione alle persone che hanno presentato una richiesta di autorizzazione a cambiare cittadinanza prima dell'adozione della presente risoluzione.
- Sentenza della Corte suprema amministrativa 27 ottobre 2005 II OSK 1001/05
1. Ai sensi dell'articolo 11, paragrafo 1, della legge dell'8 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca (Gazzetta ufficiale n. 4, punto 25), un cittadino polacco può acquisire la cittadinanza straniera a seguito della perdita della cittadinanza polacca se ottiene un permesso dall'autorità polacca competente per cambiare la sua cittadinanza. La risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 sul permesso alle persone che partono per la residenza permanente nello Stato di Israele di cambiare la loro cittadinanza polacca (non pubblicata) non può sostituire un atto individuale di autorizzazione per tale partenza.
2. La risoluzione n. 5/58 del Consiglio di Stato del 23 gennaio 1958 sull'autorizzazione a cambiare la cittadinanza polacca delle persone che partono per la residenza permanente nello Stato di Israele non può essere considerata un atto normativo, in quanto l'autorizzazione a emettere un tale atto non deriva né dalla Costituzione né dalla legge sulla cittadinanza polacca del 1951. come base giuridica, l'articolo 13, paragrafi 1 e 2, della legge dell'8 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca, ma tali disposizioni non autorizzano il Consiglio di Stato a emanare un atto normativo esecutivo della legge.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 16 agosto 2005, IV SA/Wa 491/05
Condizione necessaria per l'ottenimento di un permesso è l'espressione della volontà di cambiare cittadinanza da parte della persona interessata a cambiarla. Tuttavia, le premesse che hanno guidato il richiedente nella domanda di cambio di cittadinanza sono generalmente irrilevanti. Solo l'accertamento ora, in un singolo caso, che la domanda non è stata effettivamente presentata (ad esempio, la domanda è stata presentata sotto costrizione - quindi non costituiva una dichiarazione legalmente valida della volontà del richiedente) significherà, a seconda della situazione - nel caso di un permesso individuale, che è stato rilasciato in modo errato (la condizione di esprimere la volontà di cambiare cittadinanza non è stata soddisfatta) e nel caso di un permesso generale (come nel caso della risoluzione 5/58), che in un determinato caso non ha prodotto effetti giuridici nei confronti di una persona determinata, in quanto il permesso, in forza della legge, poteva coprire solo i casi di espressione della volontà di cambiare cittadinanza
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 15 aprile 2005 II SA/WA 2481/04
Nel diritto pubblico, l'intenzione dell'interessato, la sua volontà, che non è espressamente indicata nella domanda indirizzata alle autorità statali, sono prive di significato giuridico. Le dichiarazioni di volontà non sono interpretate secondo i criteri stabiliti dal Codice Civile (articoli 60, 61 e 65 del Codice Civile). Pertanto, era irrilevante quali fossero i motivi che guidarono i richiedenti nel 1959 quando chiesero il permesso di cambiare la loro cittadinanza. Indipendentemente dalle loro intenzioni e motivazioni, il caso avrebbe dovuto essere gestito in conformità con la legge in vigore all'epoca.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 15 aprile 2005 II SA/WA 2140/04
Alla luce delle norme contenute nella legge dell'8 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca, esso era tenuto, come già rilevato, a rilasciare un permesso individuale di cambiamento di cittadinanza, che non poteva essere sostituito da una delibera generale del Consiglio di Stato. Va notato che l'articolo 11, paragrafo 5, della legge dell'8 gennaio 1951 solo in caso di acquisizione della cittadinanza straniera "in conformità con i paragrafi da 1 a 4" ha comportato la perdita della cittadinanza polacca. Secondo la Corte che si pronuncia sulla presente causa, il mancato rispetto dell'obbligo di ottenere un permesso individuale ai sensi dell'articolo 11, paragrafi da 1 a 4, della legge in questione non può essere giustificato dall'argomento secondo cui il permesso di cambiare cittadinanza è stato istituito principalmente come elemento della regolamentazione dell'autorità pubblica in relazione alle aspirazioni delle persone interessate a cambiare cittadinanza
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 1° gennaio 2005, IV SA/Wa 537/05
Dalla legge dell'8 gennaio 1951 sulla cittadinanza polacca (Gazzetta ufficiale del 1951 n. 4, punto 25) e dalla legge del 15 febbraio 1962 sulla cittadinanza polacca (Gazzetta ufficiale del 2000 n. 28, voce 353) non risulta che il permesso di cambiare cittadinanza dovesse essere espresso in un atto individuale, e quindi i tedeschi rimpatriati potevano perdere la cittadinanza polacca sulla base di una risoluzione del Consiglio di Stato.
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 10 novembre 2004, II SA/WA 1717/04
Non vi è dubbio che la domanda di H.Z. contenuta nella domanda del 4 settembre 2001 (k-16) mirava al rilascio di un certificato di cittadinanza polacca. Nel frattempo, il Voivoda (...) con l'emissione della decisione del (...) gennaio 2002 ha certificato la perdita della cittadinanza polacca. Il presidente dell'Ufficio per il rimpatrio e gli stranieri ha confermato tale decisione, non prestando attenzione al fatto che la decisione emessa non risolveva di fatto la questione nell'ambito del ricorso della parte. Le autorità di entrambi i gradi hanno stabilito che l'imputato aveva perso la cittadinanza polacca, mentre la ricorrente ha chiesto una dichiarazione di cittadinanza polacca. Pertanto, non si può ritenere che la decisione del Voivoda (...) sia una decisione presa nei limiti della domanda del ricorrente, e quindi che risolva la questione oggetto del procedimento. La certificazione (conferma) della perdita della cittadinanza polacca non è la stessa cosa del rifiuto di certificare la cittadinanza polacca
- Sentenza del Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia del 9 settembre 2004 V SA 4112/03
L'articolo 17, paragrafo 4, della legge del 15 febbraio 1962 sulla cittadinanza polacca (Gazzetta ufficiale del 2000, n. 28, voce 353, e successive modifiche) prevede che il possesso e la perdita della cittadinanza polacca siano confermati dal voivoda. Il rifiuto di confermare il possesso della cittadinanza polacca o la sua perdita avviene mediante una decisione amministrativa. L'analisi di tale regolamento mostra che esso riguarda quattro situazioni di fatto, in relazione alle quali, in primo luogo, il voivoda competente accerta il possesso della cittadinanza polacca, in secondo luogo, dichiara la perdita della cittadinanza polacca, in terzo luogo, rifiuta di confermare il possesso della cittadinanza polacca e, in quarto luogo, rifiuta di accertare la perdita della cittadinanza polacca. Il legislatore ha affermato chiaramente che una dichiarazione di possesso o una dichiarazione di perdita della cittadinanza polacca sono due decisioni positive che vengono prese quando una parte richiede la certificazione della cittadinanza polacca e, rispettivamente, quando richiede la certificazione della sua perdita